violenza

Abusa della figlia della convivente, arrestato un 36nne in Vallagarina

Accusato di violenza sessuale e favoreggiamento della prostituzione: avrebbe circuito la ragazzina sui social



ROVERETO. Un 36 enne è stato arrestato dai carabinieri di Rovereto. Le accuse nei suoi confronti sono pesantissime: favoreggiamento della prostituzione minorile e violenza sessuale su minori.

L’indagine è partita dalla denuncia della madre di una ragazza 16enne. 

Il convivente della donna, utilizzando espedienti e raggiri, avrebbe circuito la ragazzina attraverso l’applicazione Hangouts, spacciandosi per un coetaneo. Dopo averne carpito la fiducia, ha iniziato uno scambio di foto intime e approfittando dei lunghi periodi trascorsi a casa durante il lockdown, ma soprattutto dell’assenza della convivente, impegnata al lavoro, si è rivelato alla ragazza e facendo leva sulla sua fragilità emotiva, ne ha abusato.

Gli investigatori hanno sequestrato i dispositivi informatici in uso al pedofilo e dai successivi accertamenti tecnici, effettuati dagli Agenti della Polizia Postale, è stato possibile recuperare le immagini -a sfondo sessuale- scambiate con la minore, oltre ad altre foto dal contenuto pedo-pornografico, che hanno confermato integralmente i contenuti delle dichiarazioni e testimonianze acquisite dai Carabinieri nel corso delle indagini.

L’uomo avrebbe cercato di coinvolgere nella triste vicenda di violenza e sopraffazione psicologica anche un’altra minore, amica della ragazza, in cambio della promessa di denaro, per fortuna non riuscendovi soltanto grazie al fatto che la ragazza si è rifiutata.  

L’uomo  è stato arrestato dai Carabinieri di Rovereto in collaborazione con il personale del Compartimento della Polizia Postale e delle Comunicazioni del Trentino Alto Adige, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa su richiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trento, per i reati di favoreggiamento della prostituzione minorile e violenza sessuale su minori.

E’ stato portato in carcere a Trento. 

“Questa triste vicenda, peraltro consumatasi tra le mura domestiche, ancora una volta richiama chiaramente l’esigenza di riflettere sull’inconsapevolezza dei minori, circa i gravi rischi legati a un superficiale uso dei social network”, fanno notare i carabinieri. 













Scuola & Ricerca

In primo piano