«A Natale la città deve mostrare il meglio»

ROVERETO. A bocce ferme, Dario Di Blasi propone una riflessione sul Natale e le polemiche che ne sono seguite. «La stampa locale enfatizza e non a torto gli spettacolari risultati in termini di...



ROVERETO. A bocce ferme, Dario Di Blasi propone una riflessione sul Natale e le polemiche che ne sono seguite. «La stampa locale enfatizza e non a torto gli spettacolari risultati in termini di visitatori e giro d’affari del mercatino di Trento. Questo, a prescindere da quello che qualcuno possa pensare e cioè di una operazione in fondo mercantile nella prossimità di Natale, un po’ come i mercanti nel tempio di evangelica memoria, provoca un sicuro effetto depressivo a Rovereto dove i mercatini negli ultimi anni non si sono sicuramente affermati per pubblico ed affari. Ciò mi dà lo spunto per dire che il periodo delle festività natalizie a Rovereto dovrebbe distinguersi per originalità e se vogliamo continuare a chiamare questo luogo e spazio mercatino, per capirci, dovrebbe essere un mercatino dell’arte e dell’artigianato artistico ai quali Rovereto sembrerebbe essere vocata. Il luogo dell’esposizione non sarebbe solamente la casetta in legno con i propri oggetti d’artigianato artistico, tessuti, manufatti e così via, ma ogni spazio utile della città che serva ad esporre, a mostrare il ricco patrimonio di arte, artigianato e cultura di Rovereto, anche quella gastronomica. I nostri musei possiedono patrimoni unici scarsamente valorizzati e ancor meno messi in relazione tra loro. Mostriamoli anche in un'unica grande occasione festiva. Ma la città - conclude Di Blasi - è ricca anche di collezioni private artistiche, etnografiche, fotografiche e tante altre. Quale amministrazione comunale, quale assessore alla cultura, quale sindaco si è mai occupato sistematicamente di loro? Non è questa forse la città dei festival ? Non sono forse i loro archivi una grande risorsa? Non credo sia nemmeno necessario un concorso d’idee. Rovereto é ricca anche di queste. Manca chi le apprezzi e le raccolga. Con considerazione amara un detto dialettale ancora attuale recita "Se no ghe n'é dentro, no ne vem fora": se non c'é dentro niente, niente ne viene fuori».













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