«Vogliamo svegliare la città»: Malfer presenta la sua squadra 

Verso le elezioni. Presentazione ufficiale del candidato sindaco del polo centrista dopo la rinuncia di Claudio Molinari Tante sensibilità politiche con un solo obiettivo: lo sviluppo «dolce e green» di Riva. Con il placet della senatrice Conzatti


NICOLA FILIPPI


Riva. Nelle quattro liste civiche - “La Scelta” di Frizzi e Bazzanella, “Nuova Riva” di Tanas e Valandro, “La Riva” di Caceffo e Bombardelli, “Progetto Civico” di Pietro Matteotti - e nel Patt, coalizzati attorno al candidato sindaco Mauro Malfer, dopo la rinuncia alla corsa del senatore Claudio Molinari, c’è la consapevolezza che la città di Riva deve essere «svegliata». Perché sono troppi anni che sta vivendo come una «bella addormentata». «Ora è decisamente dormiente»: Pietro Matteotti di “Progetto Civico”, non usa eufemismi. Ieri mattina, il candidato sindaco Malfer, sulla terrazza del Liberty hotel, ha presentato il suo schieramento politico, «un gruppo di amici», molto eterogeneo, «con un programma in via di definizione», ma ricco di spunti per il «risveglio», la «rinascita» della città. Dopo l’addio di Molinari e l’abbandono della lista di Iandarino, nelle ultime settimane si è formalmente aggiunta una nuova formazione, capeggiata da Rocco Frizzi: storica figura della sinistra rivana, dopo la fase “Resistenza Umana”, è stato consigliere con i Verdi nel 1999, candidato sindaco nel 2003 e nel 2005 con L’Òra e Rifondazione comunista e consigliere con Pietro Matteotti nel 2010.

Alla presentazione del candidato sindaco Malfer ieri era presente anche la senatrice di Italia Viva, Donatella Conzatti, che ha avuto parole di elogio per la «grande innovazione politica» messa in campo, che da Riva dovrà maturare e crescere in tutte le valli trentine in vista delle prossime provinciali del 2023. Auspicio condiviso anche da Simone Marchiori, segretario provinciale del Patt. «Questo progetto politico va oltre alle persone perché è fondato sulle idee e sui progetti – ha ribadito Marchiori – avrà successo perché è fondato su un programma di cose da fare. Un progetto che avrà tanto da dire alla città di Riva ma, in futuro, a tutto il Trentino». «Una innovazione importante», ha ripetuto la senatrice Conzatti, creata per uscire dallo status quo e guardare alla rinascita, puntando sulla sburocratizzazione di opere pubbliche importanti ferme da troppo tempo, come succederà col “Piano Shock” di Italia Viva dopo l’emergenza da lockdown.

Per Matteotti è arrivato il tempo del fare: fascialago, Spiaggia degli Olivi, ricucitura urbana fra Rione Degasperi e Rione 2 Giugno, piazza di Varone, economia circolare, piste ciclabili e parcheggi. «Non abbiamo tempo da perdere - ha sollecitato - l’idea dell’ascensore inclinato l’avevo portata nel 2000 in giunta, non è possibile inaugurarla vent’anni dopo». «Ripartiamo con un nuova programmazione e sviluppo della città, soprattutto dopo l’emergenza Covid - ha spiegato il candidato sindaco Malfer - siamo più coesi e compatti, con laicità di pensiero e fuori dalle logiche che hanno retto finora la città». Puntando ad uno sviluppo equilibrato di Riva, «dolce e green», ripete Matteotti. «Serve uno sforzo di tutti per creare un nuovo domani», ha ribadito Malfer. Che auspica anche l’ingresso nelle varie liste di forze giovani. «Dobbiamo lavorare anche alla nuova classe politica dirigente - ha precisato Marco Tanas - Abbiamo messo insieme tante sensibilità, perché la città ha bisogno di liberare nuove energie. Sono convinto che ce la faremo». Per «l’ennesimo tentativo di cambiamento della città» è sceso di nuovo in campo Rocco Frizzi, l’anima socio-solidale dello schieramento. Frizzi ha parlato di «rispetto, educazione, gavetta politica per i giovani, dialogo con i cittadini - ha spiegato Frizzi - allontanati e schifati dalla politica degli ultimi anni». Allo schieramento politico di Malfer «non serve un contratto politico - ha precisato Marco Torboli - ma solo una stretta di mano, perché siamo tutti amici». Con una voglia di cambiamento radicale, «pensando solo al bene della città, non guardiamo alle logiche politiche», ha ribadito Tommaso Caceffo.













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