«Serve il tunnel sotto il Brione» 

Il senso unico delle polemiche. Per il segretario del Patt Torboli è l’unica soluzione per limitare i disagi alla viabilità Piovono critiche dal mondo politico per il “giro dell’oca”. Iandarino: «Vanificato l’esperimento green della litoranea»


MATTEO CASSOL


Riva. «I disagi causati dal senso unico da Torbole a Riva dimostrano che, prima di limitare il traffico su viale Rovereto e sulla litoranea, oltre al tunnel Nago-Busa servirebbe il tunnel del Brione»: a dirlo è il segretario del Patt rivano Marco Torboli, rispolverando uno dei temi di maggior contrasto tra le stelle alpine e gli ormai virtualmente ex compagni di maggioranza. Per Torboli, che comunque come il resto del Patt spinge per soluzioni su viale Rovereto e sulla litoranea analoghe a quelle proposte dal Pd, rimarrà sempre il nodo degli spostamenti est-ovest: «Tutti vorremmo che si lasciasse la macchina a Mori e si venisse a Riva con il trenino elettrico – argomenta Torboli – ma bisogna essere realisti. Se vogliamo, come vogliamo, spostare prima possibile il traffico dalla litoranea, occorre un tracciato alternativo da Riva a Torbole. Abbiamo visto cosa succede a chiudere anche solo un senso di marcia della litoranea. La nostra soluzione rimane quella del tunnel del Brione. E non ci vengano a dire che la zona è tutelata dal punto di vista paesaggistico, visto cosa si sta facendo con il circolo tennis e viste le centinaia di appartamenti in condomini che continuano a sorgere a S. Alessandro. Spiace che non si sia sfruttato questo periodo di Covid per ripensare tutti assieme il futuro della mobilità per la nostra zona, dimenticando le beghe passate. Dobbiamo dare risposte ai turisti e alla nostra comunità, e invece temo abbiamo perso una grande occasione».

Il capogruppo del Pd Gabriele Bertoldi parte dalla stessa constatazione, ma arriva a conclusioni opposte: «Questa situazione ci può permettere di capire quali potrebbero essere i problemi quando il traffico invece di arrivare a Torbole arriverà al Cretaccio dalla Loppio-Busa. Sul medio periodo dobbiamo spostare il traffico dal lago, dobbiamo evitare lo spostamento est-ovest in Alto Garda». Nel frattempo piovono le lamentele sul “giro dell’oca” innescato dal provvedimento, che allunga di 5-6 chilometri i viaggi da Riva a Torbole e derivati (Malcesine da una parte, Nago, Mori e Rovereto dall’altra): «Il senso unico – sottolinea Bertoldi – è stato proposto dal sindaco di Nago-Torbole e recepito dalla Provincia. Il provvedimento si è reso necessario perché la terza frana, una decina di giorni fa, ha portato alla chiusura del bypass ciclabile e al transito di pedoni e bici nelle gallerie e quindi a un pericolo. La situazione si dovrebbe risolvere in 3-4 settimane. Una buona quota del traffico è locale, da Torbole a Riva e viceversa. Forse potremmo usare di più le bici». Per Andrea Matteotti (5 Stelle) si sarebbe potuto agire diversamente: «Si sarebbe potuto evitare di fare il senso unico, realizzando una piccola passerella provvisoria tra l'inizio della paramassi e la spiaggia. In pochi giorni si sarebbe potuto fare. Avremmo evitato tanto traffico inutile con i relativi rallentamenti e l’inquinamento». Per la candidata sindaca del centrodestra Cristina Santi «il senso unico deve essere una soluzione di emergenza, perché il traffico congestiona e penalizza S. Alessandro e crea disagi ai pendolari. Il senso unico tra Torbole e Riva ha un senso solo se all'interno di un piano viabilità di ampio respiro e in un'ottica di una programmazione futura». Per Isabella Iandarino (ex capogruppo Upt) l’esperimento di riqualificazione “green” della litoranea è vanificato in termini ambientali dai chilometri in più per il “giro dell'oca”: «Inoltre c’è l’incognita degli effetti in piena stagione». Per Flavio Prada (L’Altra Riva) «è positivo il fatto di mettere i ciclisti in sicurezza con il senso unico, ma obbligare i rivani a fare un giro larghissimo è una sciocchezza. Sarebbe da fare il senso unico alternato, visto che si tratta di una misura provvisoria. Se questo genera code, sarà l’utente a scegliere di fare il giro largo».













Scuola & Ricerca

In primo piano