Rsa Dro, folla all’inaugurazione 

Una struttura all’avanguardia: i posti da 45 passano a 60. Fravezzi: «Servizio per tutto il territorio»


di Katia Dell’Eva


DRO. Una nuova e più moderna struttura, pronta per ospitare 15 utenti in più rispetto al passato, quella che andrà ad ampliare e completare la Rsa Molino di Dro e che è stata inaugurata ieri mattina, in una festa collettiva tra amministrazione, forze dell’ordine e comunità.

Il nuovo edificio, costruito di rimpetto a quello storico, che, attraversando molteplici ristrutturazioni, ha svolto la funzione di azienda pubblica di servizi alla persona principalmente rivolti agli anziani a partire dagli anni ’40, aggiunge così ulteriori spazi dedicati alla cura dei propri ospiti, ampliando inoltre la disponibilità. «Un fattore, questo, che con i tempi che corrono, in cui stiamo assistendo ad un progressivo innalzamento dell’età della popolazione, non può che essere positivo» - ha affermato il primo cittadino di Dro, Vittorio Fravezzi, nel corso della cerimonia di inaugurazione. «Del resto, i posti, che passano da 45 a 60, non sono riservati al nostro Comune, ma sono un servizio messo a disposizione della comunità intera, di tutti coloro che ne avranno necessità» - ha aggiunto - «nell’idea che una Rsa non sia poi molto differente dalle altre strutture comunitarie, come le scuole o la chiesa». In tal senso, dunque, ha ribadito la presidentessa della residenza Molino, Carla Ischia, «è da sottolineare innanzitutto la vicinanza della stessa al centro vitale del paese. Fondamentale, poi, come tutto sia stato edificato secondo le esigenze del residenti – attuali e futuri –, per garantire loro benessere e qualità della vita. Una dimostrazione di ciò» - ha proseguito - «è il fatto che vecchia e nuova struttura siano separate solamente da un giardino, sul quale affacciano tutte le stanze».

Un percorso lungo, quello che ha portato alla nascita della struttura aperta ieri al pubblico. Cominciato nel 1998, con la richiesta di inserimento dell’aera – prima agricola - nel Prg comunale, e passato attraverso molteplici gare europee, ritardi e posticipi (dal 2007 in avanti), l’iter ha trovato compimento attraverso la progettazione dello Studio Euro Project di Brescia e i lavori della ditta Pretti e Scalfi di Tione. Costo complessivo, poco più di 10 milioni di euro. «L’augurio, ora, è che la residenza, così implementata, possa essere attiva per altri cento anni» - ha dichiarato don Stefano Anzelini, nel corso dell’omelia di benedizione dell’edificio - «e che queste mura possano essere riempite di bene e di carità».

Presenti per la festosa occasione, allietata dalla banda di Dro e Ceniga e da un rinfresco, i rappresentanti dell’amministrazione comunale, i corpi dei Vigili del fuoco volontari, della Polizia, dei Carabinieri e della Guardia di finanza, gli operatori sanitari impiegati nella struttura, i membri delle associazioni locali e numerosi cittadini, nonché gli stessi ospiti della Rsa. Proprio a uno di loro, Fausto Tavernini, 86 anni, da circa quattro stabile nella residenza Molino, è stato infine affidato il taglio del nastro.

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