Ponale-mania: è assalto al sentiero 

La nuova veste del tracciato piace molto a bikers e pedoni. «Ma andrebbe resa percorribile alle bici da corsa»


di Leonardo Omezzolli


RIVA. Prima domenica di apertura per il sentiero alpino della Ponale dopo il momento istituzionale avvenuto nella mattinata di sabato. A decine si sono riversati in sella alle proprie bici o semplicemente a piedi per calcare il suo nuovo sedime in terra battuta e per tornare a percorrerla dopo la chiusura che ha permesso la realizzazione dei primi lavori di mitigazione del rischio. Lavori che non sono ancora conclusi e che riprenderanno a tappe per concludersi definitivamente il primo marzo del 2019.

Le prime impressioni sono però positive e sia tra i bikers, tra le famiglie a passeggio che tra i corridori la nuova veste della Ponale piace molto più di prima. Consapevoli che quella che hanno percorso non è ancora la Ponale definitiva quasi tutti gli intervistati hanno segnalato, quale promemoria per i progettisti, alcune accortezze da migliorare o installare. Da oltre 20 anni residente a Riva e grande frequentatore del sentiero Hakem Elmouayene si ritiene molto soddisfatto di questi primi interventi che hanno reso il più bel balcone sul Garda adatto a tutte le età. «Già così per me è perfetto - ha commentato Elmouayene di ritorno dopo l’uscita in mountain bike -. Con il tracciato in piano ora posso portare anche il mio bambino di 8 anni. La sicurezza ora è decisamente migliorata soprattutto per chi la percorre a piedi e l’aver tolto i dossi e spianato il tracciato permette sia ai più giovani che agli anziani di affrontarla senza troppa fatica».

Non solo rivani, la Ponale trova la sua origine nel collegamento con la Valle di Ledro e sono diversi i ledrensi che si sono mossi verso Riva per vedere quanto fatto finora. «Noi siamo di Ledro - raccontano Fabio Bailoni e Mauro Vecera - e ci ricordiamo quando ancora la percorrevamo sugli autobus per andare a scuola. Dobbiamo dire che così è più sicura, c’è ancora molto da fare e di sicuro ci vorrà molta collaborazione tra pedoni e ciclisti ma con queste divisioni si avranno dei sicuri miglioramenti. Un altro aspetto che sarebbe da considerare e la posa di un fondo che sia idoneo alle bici da corsa - suggeriscono gli amici -. In questo modo la Ponale potrebbe diventare l’anello di congiunzione con Ledro ed evitare che alcuni ciclisti percorrano la galleria, cosa vietata, ma spesso praticata».

L’occhio del ciclista attento di Luca Giuliani (Pota) sottolinea che effettivamente ancora molto si dovrà fare e che la convivenza rimarrà un tema chiave. «A me personalmente - spiega Pota insieme ad altri amici ciclisti - l’averla spianata non fa alcuna differenza. Vero è che la convivenza bikers e pedoni sarà sempre difficile. Vanno rispettate - ha sottolineato - le regole di reciproca convivenza. Tutta questa attenzione sulla Ponale è comunque importante perché sarà di aiuto a valorizzarla al meglio». A spasso con il proprio cane Rosbat ci sono andati Cristian Cattoni, noto per la gestione dei pedalò a Riva e la moglie Sabrina. «È davvero molto bella già così - hanno affermato. Abbiamo notato che mancano dei cestini lungo il percorso e visto che ora la si può affrontare come una normale passeggiata questi tornerebbero utili per piccoli rifiuti o per le deiezioni canine».













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