Per Santi sei liste con “Rivanità” e “Vivi Riva”

Riva. Come preannunciato ieri su queste pagine, salvo sorprese dell’ultim’ora, la coalizione di centrodestra si presenterà con sei liste, facendo di Cristina Santi la candidata sostenuta dal maggior...



Riva. Come preannunciato ieri su queste pagine, salvo sorprese dell’ultim’ora, la coalizione di centrodestra si presenterà con sei liste, facendo di Cristina Santi la candidata sostenuta dal maggior numero di simboli. Dopo l’ufficializzazione della quinta nuova lista (“Vivi Riva con Cristina Santi”), ora si sta chiudendo anche per la sesta, “Rivanità”, già vista alle precedenti tornate (con “Rivanità” era stato eletto nel 2010 l’attuale presidente del Consiglio comunale Mauro Pederzolli). Tra i candidati di “Vivi Riva” si troverà Mirella Serafini, consigliera uscente (teoricamente) di maggioranza (eletta con il Patt, poi passata al gruppo misto e candidata alle provinciali con l’Udc): «La candidatura a sindaco di Cristina Santi – dice Serafini – è l’effettiva realtà del cambiamento (e non a parole) da parte di una donna sensibile al sostegno della famiglia e del volontariato e attenta alle problematiche del lavoro e dello sviluppo equilibrato dell’economia. La necessità del cambiamento è evidenziata da tempo da molti, ma si è manifestata soprattutto in quest’ultimo periodo di emergenza sanitaria, che deve essere affrontato con nuovi stimoli e, soprattutto, con coraggio d’azione». Un cambio di schieramento con un percorso inverso rispetto a quello di Piergiorgio Zambotti, passato come riferito ieri dalla Lega alla coalizione centrista di Malfer. Movimenti che non piacciono all’assessore e membro del direttivo del Pd Alessio Zanoni.

«Assistiamo in questi giorni – dice Zanoni – alla formazione di “agglomerati elettorali” indistinti, senz’anima, che si connotano solo per il loro “volume”. Mutuando il termine dal calcio, lo si potrebbe definire “listamercato”. Questa nuova moda dell’agglomerato elettorale nasce non tanto dalla volontà di tenersi le mani libere, slegate magari dal concetto di “ideologia” che oggi a qualcuno sembra far tanto paura, ma pone la sua essenza dentro un concetto di una politica “dell’io”, per la quale il candidato cerca quella collocazione che più gli dia la possibilità di occupare “un posto al sole”. Al centro di questo agire politico non c’è certo l’impegno per gestire al meglio l’interesse pubblico, ma unicamente la bramosia di dare soddisfazione alle proprie ambizioni personali». M.CASS.















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