«La piscina deve riaprire presto per gli allenamenti degli atleti» 

L’emergenza sanitaria. La giunta fa pressione sulla partecipata Apm che gestisce l’impianto per concludere il certificato di prevenzione incendi. Il sindaco Santi: «Sessanta agonisti sono costretti ad allenarsi a Spiazzo, con disagi»


MATTEO CASSOL


Riva. «La piscina comunale deve riaprire al più presto per gli allenamenti degli atleti impegnati in gare di interesse nazionale»: è l’intendimento emerso dalla Giunta rivana, riunitasi ieri, una sorta di “ordine” impartito alla società partecipata Apm gestrice dell’impianto. L’amministrazione chiede anche che si arrivi al dunque sul certificato di prevenzione incendi della struttura. «L’affidamento in house ad Apm della gestione della piscina “Enrico Meroni” – spiega l’assessore allo sport Silvio Salizzoni – è finalizzato a promuovere lo sviluppo dell’attività natatoria sotto il profilo sportivo-sociale e l’attività didattico-formativa dell’utenza quale soddisfacimento dell’interesse pubblico alla diffusione e alla promozione del nuoto. L’amministrazione comunale, oggi più che mai, sente la necessità di dare risposte alla cittadinanza e crede fortemente che l’apertura della piscina non sia più derogabile, auspicando la ripresa delle attività già il 26 (domani, ndr)». L’assessore ricorda che il dpcm prevede la chiusura delle piscine fino al 3 dicembre, fatti salvi però appunto gli allenamenti di atleti per manifestazioni di interesse nazionale. «Siamo in possesso degli elenchi degli iscritti a questi eventi – dice Salizzoni – e quindi è dovere di questa amministrazione e della società di gestione, secondo le linee di indirizzo firmate nel contratto di servizio, favorire l’imminente apertura dell’impianto sportivo per queste categorie. Siamo coscienti che a seguito delle restrizioni ci saranno meno introiti e quindi l'impegno economico del Comune sarà maggiore, ma lo riteniamo giustificato per la promozione dello sport e dell’associazionismo sportivo in questo momento così delicato per atleti e famiglie».

«Gli atleti in questione – aggiunge il sindaco Cristina Santi – sono sessanta e attualmente sono costretti ad allenarsi nella piscina di Spiazzo, con disagi che mettendoci nei loro panni per noi non sono accettabili. La piscina è rimasta chiusa perché prima non avevamo la lista fornita dal Coni e perché nel frattempo ci eravamo accorti che alla piscina mancava il certificato di prevenzione incendi: ci siamo un po’ arrabbiati perché in sette anni nessuno ha provveduto, abbiamo chiesto di accelerare durante la chiusura e ci è stato detto che entro la settimana dovrebbero essere pronte le pratiche per poi ottenere la conformità. Sulla riapertura Apm dice che con soli sessanta atleti e un costo giornaliero di 500 euro il servizio non sarebbe remunerativo: lo comprendiamo, ma – conclude Santi – non tutti i servizi pubblici devono essere remunerativi».













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