Jumper sbatte sulla roccia e precipita 

Finisce con un trauma alla spina dorsale il lancio dal Brento di uno statunitense



DRO. Il luogo è lo stesso, la dinamica anche. L’esito per fortuna no. Dopo il tragico incidente di mercoledì scorso, che ha portato alla morte del brasiliano Reginaldo Gomes Da Silva, un altro jumper è precipitato al suolo dopo un lancio dal Becco dell’aquila, a Dro. Per sua fortuna se l’è cavata con diversi traumi, il più grave alla schiena, ma le conseguenze avrebbero potuto essere fatali.

Protagonista dell’ennesimo incidente ai piedi del monte Brento uno statunitense di 32 anni. È successo ieri mattina, intorno alle 7. L’uomo si era appena lanciato in compagnia di alcuni amici quando ha avuto qualche problema nella gestione della fase di atterraggio. Il jumper è finito dapprima contro la roccia, sbattendo violentemente contro la parete della montagna, poi è precipitato al suolo rovinando sui massi nella stessa zona dove la settimana scorsa aveva perso la vita il brasiliano.

A lanciare l’allarme sono stati gli amici del trentaduenne. Nel giro di pochi minuti ha fatto il suo arrivo l’elisoccorso con a bordo il medico rianimatore dopodiché sono giunti in zona anche gli uomini del Soccorso alpino, saliti a piedi da Gaggiolo. Una volta spinalizzato, il base jumper è stato trasportato in un luogo più accessibile dove fosse possibile verricellarlo sull’elicottero, operazione tutt’altro che semplice viste le condizioni impervie del terreno. A guidare nelle operazioni gli uomini della Stazione di Riva del Soccorso alpino c’era sul posto il vicecomandante Nicola Casari.

L’intervento è durato a lungo e si è concluso con il trasferimento a bordo dell’elicottero del ferito che ha così preso il volo verso l’ospedale Santa Chiara per tutti gli accertamenti del caso e il ricovero in traumatologia. Il jumper, rovinando contro la roccia e poi al suolo, ha riportato diversi traumi, quello che preoccupa maggiormente è alla spina dorsale che richiederà alcuni ulteriori esami clinici.

©RIPRODUZIONE RISERVATA.













Scuola & Ricerca

In primo piano