“Hoverboard”, i vigili stanano chi sgarra 

L’investimento di un anziano fa scattare la linea dura della Polizia locale: «Forti sanzioni a chi supera il limite dei 6 orari»



RIVA. Il primo incidente c’è già stato, fortunatamente senza gravi conseguenze. A farne le spese un anziano: travolto, mentre camminava, è finito a terra rimediando diverse contusioni. Si è trattato del primo “sinistro” sulle strade altogardesane con protagonista un “hoverboard”, novità che sta trovando sempre più appassionati, soprattutto fra i giovani. Una sorta di skateboard elettrico ispirato al volopattino reso famoso da Michael J. Fox nella saga di Ritorno al Futuro.

Il problema non è quanti ne circolano, bensì la loro velocità di percorrenza che in alcuni modelli supera i 10 chilometri orari. «Ne troviamo molti che viaggiano ad una velocità che può diventare rischiosa per l’incolumità propria e della gente che si trova sulla strada. L’incidente che ha coinvolto una persona anziana, avvenuto recentemente, ci dice che bisogna agire prima che accada l’irreparabile», spiega il comandante della Polizia locale Marco D’Arcangelo. Gli uomini del comandante di Riva, fresco di conferma a tempo indeterminato alla guida del corpo sovracomunale dell’Alto Garda e Ledro, si recano periodicamente nelle scuole del territorio ad insegnare l’educazione stradale con particolare riguardo all’utilizzo degli hoverboard. «Per la legge non sono dei mezzi di trasporto - spiega D’Arcangelo - in quanto rientrano genericamente tra gli acceleratori di andatura alla stregua di skate, rollerblade e pattini a rotelle. Il codice della strada ne vieta l’utilizzo sulle carreggiate e lo stesso vale per i marciapiedi. Il problema sta nella velocità di percorrenza perché se si viaggia sotto i sei chilometri orari è prevista una sanzione di 25 euro ma appena si supera questo limite le cose cambiano radicalmente. In questo caso l’hoverboard viene considerato alla stregua di un ciclomotore, e non più come un monopattino, e dunque necessita di targa, immatricolazione ed assicurazione, che però non può avere. Le sanzioni a quel punto diventano pesanti, fino alle migliaia di euro per l’utilizzo senza casco, carta di circolazione, targa. In più scatta il fermo amministrativo o il sequestro per confisca. Nel caso di minorenni coinvolti sono chiamati a rispondere i genitori». Ma il vero problema è un altro. «Se si investe un pedone e lo si ferisce seriamente – sottolinea D’Arcangelo – non c’è l’assicurazione che copre, ad esempio, le spese mediche del ferito e il conto può diventare così molto salato. Se è un minore a provocare il danno tocca ai genitori risponderne in termini di risarcimento».

L’intenzione del comandante della Polizia locale dell’Alto Garda e Ledro non è di demonizzare questo oggetto. Il suo è un richiamo a un utilizzo coscienzioso del dispositivo: «Lo si può adoperare all’interno della proprietà privata. Il problema è l’uso in spazi pubblici e soprattutto quando la velocità supera un certo limite. Come Polizia locale alzeremo il livello di guardia su strade e marciapiedi e se necessario passeremo alla linea dura, sanzionando. Prima che accada l’irreparabile». (gl.m.)













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