Galleria chiusa col cancello Segattini «non punibile» 

Il proprietario dell’Excelsior lo aveva messo nel 2013 davanti al tunnel Panda Il Comune aveva contestato l’abuso edilizio, per il giudice è un “fatto tenue”



RIVA. Tiziano Segattini, 56 anni, titolare dell’Hotel Excelsior, è stato dichiarato “non punibile” dal giudice Carlo Ancona in relazione alla cancellata messa all’ingresso della galleria Panda, episodio che alla fine del 2014 aveva fatto scattare la contestazione di abuso edilizio da parte del Comune di Riva del Garda. In buona sostanza, Ancona ha rilevato la “tenuità del fatto”, ritenendo che il danno è stato minimo. Quella della galleria Panda è una vicenda annosa, tra l’altro non ancora conclusa. Segattini poteva usufruire della galleria sulla base di una convenzione, scaduta a fine 2013, con la Provincia, che prevedeva il pagamento di un regolare canone. Nel 2014 l’amministrazione comunale ha più volte sollecitato la Provincia a tornare in possesso del bene per cominciare a fare dei ragionamenti, in particolare su un progetto che è stato precursore della ciclabile del Garda. Nel 2011, infatti, il Comune aveva fatto redigere un elaborato preliminare per disegnare una pista ciclopedonale in grado di collegare Limone a Malcesine, passando per Torbole e, naturalmente, Riva. Da dove? Proprio dalla galleria Panda. Sparita la cancellata fissa che proteggeva il lato nord della galleria, è apparsa una rete da cantiere. A quel punto è scattata la segnalazione per l’abuso edilizio (siamo nel penale, obbligatoria la segnalazione in Procura) e la richiesta di rimessa in pristino entro 90 giorni. Cosa che non è mai avvenuta.

Ieri, dunque, si è arrivati al processo di fronte al giudice Ancona. La difesa di Segattini, affidata all’avvocato Andrea Tomasi, ha sostenuto che non si tratta di un vero e proprio cancello, ma di una semplice rete da cantiere (quindi facilmente rimovibile) messa a protezione della proprietà di Segattini, altrimenti facilmente raggiungibile da chiunque considerata anche la posizione defilata dell’Excelsior. L’avvocato ha anche sottolineato come l’opera, per altro, si trovi interamente sulla proprietà del suo cliente. Il pm ha chiesto 2 mesi di reclusione e 10mila euro di ammenda, ma il giudice, evidentemente, ha concluso che il danno provocato da Segattini sia modesto al punto da far scattare la formula della “tenuità del fatto”. Questo significa che Segattini può lasciare la rete davanti all’ingresso della galleria? Non è proprio così: la reiterazione, infatti, potrebbe portare nel caso di nuove contestazioni ad una interpretazione meno “soft” della vicenda da parte del giudice.

Resta da capire come la Provincia risolverà il tema del passaggio. Una parte della galleria, infatti, è tavolarmente di proprietà di Segattini. Secondo l’ente pubblico si tratta di un errore di trascrizione, ma per tornare indietro serve l’autorizzazione del privato (Segattini, che evidentemente non è d’accordo), altrimenti non resta che la strada giudiziaria. Piccolo dettaglio (si fa per dire): il tracciato della ciclabile del Garda passa proprio da lì. (g.f.p.)















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