Polizia

Furti, imbrattamenti, minacce: i ragazzini terribili di Riva del Garda

Undici segnalati: hanno tra i 14 e i 17 anni. Ascione: “Abbiamo cercato di educare. La denuncia è l’estrema ratio”



TRENTO. Furti, imbrattamenti, minacce e reati contro la persona, violazione di domicilio: sono undici i minori, tra i 14 e i 17 anni,  segnalati all’Autorità Giudiziaria dal Commissariato di Riva del Garda negli ultimi tre mesi.

I ragazzini spesso hanno agito in piccoli gruppi, in molti casi  turbando interi rioni e provocando, per questo motivo, numerosi interventi da parte della Polizia di Stato e delle altre Forze dell’Ordine.

I casi di cui se ne è occupata anche la cronaca locale vanno dal furto degli estintori, all’imbrattamento di edifici pubblici o di attività commerciali, al danneggiamento di mezzi di enti pubblici, al furto di bibite dai distributori di bevande, alle minacce contro le persone che li invitavano ad un comportamento più responsabile.

L’attività di indagine ha permesso agli investigatori dei Commissariato di P.S. di ricostruire, attraverso testimonianze e riprese audiovisive, tutti i fatti e segnalarli alla Autorità Giudiziaria.

Durante il periodo estivo sono stati, inoltre, molte le iniziative della Polizia di Stato, in particolare sulle spiagge del comune di Riva del Garda e sui mezzi di trasporto, per arginare atteggiamenti da parti di giovani, provenienti anche da altri comuni del trentino, che dalla maleducazione potevano sfociare in comportamenti penalmente rilevanti, riuscendo, nella molteplicità degli interventi, a far comprendere ai ragazzi di avere una condotta di rispetto verso gli altri consociati.

Accanto quindi ad una attenta attività di prevenzione, indirizzata al mondo dei giovani, altre azioni sono state condotte per prevenire il fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti con indubbi risultati in termini di prevenzione.

“La denuncia penale nei confronti dei ragazzini –  commenta il dirigente del Commissariato di Pubblica Sicurezza Salvatore Ascione - è l’estrema ratio a cui non ci si può sottrarre quando vengono violate in modo sistematico varie disposizioni di legge. In più occasioni si è cercato di far comprendere a questi giovani il disvalore delle loro azioni e in più casi e si è riuscito, nel continuo colloquio con le loro famiglie e le Istituzioni, nell’intento di farli ritornare sui canoni della legalità facendogli apprezzare il valore del comportamento positivo in contrapposizione al rischio delle azioni negative fin ad allora messe in atto”.













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