«Bianchi con aroma e gusto una vendemmia perfetta» 

Agraria di Riva. Il direttore generale Massimo Fia è soddisfatto: «Il cambio di clima, con uno sbalzo termico accentuato, ha migliorato le caratteristiche organolettiche dei nostri vini»


Nicola Filippi


Riva. Aroma, contenuto, gusto. Le caratteristiche organolettiche dei vini bianchi dell’Alto Garda sono salve, anche dopo i violenti acquazzoni dei giorni scorsi. Anzi, si stanno esaltando. Il recente cambio di clima, caratterizzato uno sbalzo termico accentuato, con notti fresche e ventilate accompagnate da giornate assolate e ventilate, ha favorito la maturazione delle uve. «Eventi straordinari negli ultimi giorni non ne abbiamo avuti, per fortuna – spiega il direttore generale Massimo Fia – come sappiamo però nelle settimane scorse sono piovuti più di cento/150 millimetri d’acqua in poche ore, nel mezzo della vendemmia del bianco, ma il cambio repentino di clima ha fatto bene alle nostre uve, anche quelle di collina, perché l’escursione termica le fa lavorare bene. Prima delle piogge il clima non era favorevole, perché anche la notte era caldo».

Questo cambio di clima fa bene soprattutto ai vini aromatici, ai Müller, ai Gewürztraminer, ai vini come lo Chardonnay di collina, spiega ancora Fia. «In questo momento storico, si tende a bere vini più leggeri, attorno agli 11/12 gradi, però si cercano vini dove si esalta l’aroma, il contenuto, il gusto». Per caratterizzare i vini dell’Alto Garda lo sbalzo termico è una manna. «Ora, l’acqua accumulata nelle campagne ci dà un po’ fastidio, ma aspettiamo che asciughi un pochino il terreno - continua il direttore generale di Agraria -. Nel frattempo stiamo notando che il grado si sta alzando: da lunedì scorso le caratteristiche dell’uva sono molto cambiate. Sono ancora bagnate, ma da martedì in poi la situazione è cambiata. Ma problemi particolari non ce ne sono». Per i vini bianchi la vendemmia è quasi completata: «Siamo all’ottanta per cento in cantina, stiamo completando la vendemmia in collina e per la settimana prossima dovrebbe essere completata – conferma Massimo Fia – adesso guardiamo ai rossi. Per il 10/15 di settembre dovrebbe partire la vendemmia dei rossi, se nel frattempo non succede altro. Ma questo fa parte del nostro mestiere. Se non ci fossero queste incognite e non ci sapessimo adeguare è meglio cambiare mestiere. È il bello del nostro mestiere che deve creare emozione, creare piacere. Noi dobbiamo indirizzarci verso questi obiettivi, ma purtroppo questi sbalzi del clima e cambi repentini del tempo lo rendono sempre più difficile, però noi andiamo avanti. Altrimenti andremmo in fabbrica a fare tondini di ferro…»

Sulle previsioni di raccolta, «siamo come lo scorso anno, 35 mila quintali, sia per bianchi e rossi, non sono grandi sbalzi - conclude il direttore Fia - I soci conferenti per la sola uva sono 250, per olio/vino un’ottantina, infine solo una cinquantina per l’olio».















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