Aperta la ciclabile del Garda 

L’inno d’Italia e il sorvolo degli aerei per inaugurare la passerella a sbalzo sul lago


di Gianluca Marcolini


LIMONE. Il taglio del nastro ha liberato l’urlo di gioia di Franceschino Risatti quasi sciogliendo il groppo che tratteneva in gola da troppo tempo. Il sindaco di Limone ha esploso la propria gioia accompagnando con la voce le note dell’inno d’Italia che hanno reso ancor più solenne una cerimonia già di suo piuttosto formale, culminata nel passaggio della coppia di aerei della pattuglia Blue Voltige di Spresiano che hanno colorato con il Tricolore il cielo, purtroppo grigiastro, sopra le acque del Benaco.

Poco dopo le 17, ieri, è stata ufficialmente inaugurata e aperta la nuova ciclabile gardesana, primo tratto della già decantata ciclovia del Garda che ambisce a primeggiare fra i percorsi ciclopedonali più belli al mondo. L’opera è costata sette milioni di euro, tre milioni e mezzo a chilometro: calcolatrice alla mano sono stati spesi 3.500 euro al metro, quasi quanto un appartamento non troppo in centro. Soldi, è doveroso ricordare, provenienti dall’ex fondo Odi per i Comuni confinanti, spesso associato al nome del parlamentare Aldo Brancher che lo aveva istituito. A metterceli, in buona sostanza, sono stati i trentini ed è per questo che la ciclabile di Limone ha molto a che fare con il Trentino, ed è anche per questo che la presenza di politici della nostra provincia, ieri, era assai folta.

«Per Limone e per il Garda è una giornata indimenticabile, che rimarrà negli annali: inauguriamo un’opera unica e straordinaria, che permetterà di percorrere in bici e a piedi un tratto a strapiombo sul lago, godendo di una vista mozzafiato. Questi ultimi due chilometri di ciclopista sono il tratto finale di un percorso che da Tremosine si spinge fino al confine con il Trentino: è il pezzo più spettacolare e affascinante, costruito a tempo di record, prima con la messa in sicurezza della viabilità, poi con i lavori veri e propri», è stato il primo pensiero del sindaco Risatti. Che poi ha voluto rispondere alle polemiche degli ambientalisti che hanno accompagnato, in questi mesi, il cammino verso l’inaugurazione: «L’attenzione al paesaggio e all’ambiente è stata massima: sono già state piantumate 500 nuove piante di vegetazione mediterranea».

La ciclabile di Limone nasce fuori Limone, lontano dal centro cittadino, e “muore” al confine con il Trentino. Per ora è una strada cieca, che costringe a fare dietrofront non solo ai pedoni ma anche ai ciclisti. Sarà così finché Trento non farà la propria parte, tre-quattro anni secondo quanto annunciato dall’assessore provinciale Mauro Gilmozzi. Che ha anche promesso di venire a Riva, ad agosto, ad illustrare le prime bozze dei progetti.















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