«A tu per tu con l’orsa, sono stato fortunato»
Incontro ravvicinato. A separare l’arcense Silvio Martinatti e il plantigrado solo la sottile recinzione del pollaio, nella casa di San Giovanni. La Forestale ha usato i fucili per allontanarla
L’arcense da un lato e il muso dell’orsa dall’altra. «Saranno state circa le 22 o al più tardi le 22.30 quando mia moglie ha accompagnato un’amica alla macchina per salutarla - racconta Silvio Martinatti -. Nel rientrare in casa ha sentito dei rumori forti provenire dal pollaio e mi ha chiesto di controllare. Ho preso una torcia e sono andato a vedere quale animale poteva fare tutto quel baccano. Pensavamo - ammette l’arcense - fossero delle volpi o un tasso, al limite un cinghiale». Martinatti ha varcato la soglia del pollaio senza vedere nulla di strano. «Così sono andato avanti verso quello che è il pollaio vero e proprio - continua - e anche qui illuminando con la torcia non vedevo nulla. Poi mi sono girato illuminando l’esterno della recinzione e alla mia stessa altezza mi si è mostrato un testone che mi guardava fisso senza muoversi». Inevitabile la paura contrastata da un’immediata fermezza. Martinatti è riuscito a indietreggiare senza dare le spalle all’orsa e ha raggiunto i suoi cari in casa, la moglie e la figlia Arianna, nota addestratrice di cani del Basso Sarca, alle quali ha chiesto di chiudersi dentro e di non far uscire i loro animali domestici.
Sono così stati allertati i forestali attraverso l’apposito numero per le segnalazione di avvistamenti di plantigradi. Mentre le guardie raggiungevano l’abitazione l’uomo ha provato a sparare dei botti per allontanare l’orsa. «Erano convinti di trovare un cucciolo - continua nel suo racconto Martinatti -. Con i caschetti dotati di torce siamo andati a verificare. Ci sembrava non ci fosse più, poi l’abbiamo vista, il pelo un po’ bianco la mimetizzava nella luce dei fari. Era riuscita a entrare nel pollaio forando la rete. I forestali hanno capito che era la mamma e non un cucciolo, fatto che ha messo tutti nuovamente in allerta. Hanno preso gli appositi fucili e hanno sparato per farla scappare. Dopo qualche tentativo sono riusciti nell’intento».
Fortunatamente la vicenda si è risolta nel migliore dei modi con solo un grande spavento e tanto le galline quanto il coniglietto sono riusciti a sopravvivere al raid dell’orsa, che sarà identificata grzie all’analisi del dna. «Quelli della forestale - conclude Martinatti non senza un filo di emozione - mi hanno detto che mi è andata davvero molto bene, che sono stato più che fortunato».
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