Il giallo di Bolzano

Peter Neumair, recuperati nell'Adige alcuni oggetti

Prima giornata degli specialisti dell’Arma. Saliti da Genova hanno scandagliato un ampio tratto di fiume sotto il ponte Ischia Frizzi. Scarsa visibilità e correnti forti non hanno intralciato le ricerche di Peter Neumair. Oggi i militari torneranno a immergersi in una zona più a sud



BOLZANO. Un altro lungo giorno di ricerche sul fiume. Un altro giorno di lavoro per scandagliare ogni centimetro di fondale sotto il ponte Ischia-Frizzi, quello da cui si ipotizza che Benno abbia gettato i corpi dei genitori, dopo averli uccisi. Ma non si può dire che quella di ieri (20 gennaio) sia stata una giornata come le altre. A immergersi, infatti, e a passare al setaccio un breve tratto di fiume, c’erano i sub del centro carabinieri sommozzatori di Genova Voltri.

Sull’esito delle ricerche viene mantenuto il massimo riserbo, ma anche se è chiaro che del povero Peter non sia stata ancora trovata traccia, i sub hanno prelevato dal letto del fiume alcuni piccoli oggetti, subito consegnati ai colleghi a terra. Di cosa si trattasse non è dato sapere, ma sono stati portati ed esaminati al comando provinciale di via Dante. Le operazioni si sono concluse alle 16, quando il sole è sceso dietro la montagna, e i militari hanno iniziato a riporre le attrezzature. Oggi si riprenderà. 

Tentativi di depistaggio

I tentativi di depistaggio messi in atto da Benno Neumair nelle ore immediatamente successive la scomparsa dei suoi genitori dimostrano soprattutto un obiettivo: rendere più problematico possibile il ritrovamento dei cadaveri di papà Peter e mamma Laura sperando nell’azione del fiume Adige. È quanto ritengono gli inquirenti, che, dopo aver recuperato il corpo privo di vita di Laura Perselli, non vogliono arrendersi e torneranno alla carica anche nelle prossime ore (con i migliori sommozzatori italiani dell’Arma dei carabinieri di stanza a Genova) per tentare di recuperare anche il cadavere di Peter.

In particolare è emerso che il tentativo di confondere le acque e indurre in errore gli inquirenti è stato messo in atto mirando alle capacità dei cani di ricerca di fiutare tracce importanti delle vittime. In effetti le previsioni di Benno si sono rivelate azzeccate perché già due giorni dopo la scomparsa di Peter e Laura i carabinieri organizzarono delle ricerche in città e sul Renon (dove la coppia aveva un appartamento) facendo ricorso ai cani molecolari.

Agli istruttori era parso subito strano che i tre animali utilizzati non fossero stati in grado di indicare una traccia precisa. Partendo dalla «villa dei misteri» in via castel Roncolo 22, uno dei cani prese la strada verso la val Sarentina, un altro verso il centro città, un terzo fece il giro dell’isolato per fare ritorno al punto di partenza. All’epoca non fu trovata una spiegazione precisa a questo tipo di comportamento. Ora dagli atti dell’inchiesta sono emersi altri elementi in grado di sostenere che Benno avrebbe messo a punto un piano di depistaggio che riguardava proprio il probabile utilizzo dei cani.

L’esito dell’autopsia su Laura Perselli

Dai primi dati ufficiali dell’autopsia svolta dal professor Dario Raniero dell’Università di Verona giunge la prima conferma importante: Laura Perselli è sicuramente stata uccisa per strangolamento ed il suo assassino le ha tolto la vita utilizzando una corda che può essere assolutamente compatibile con quelle utilizzate per arrampicare in montagna e che Benno Neumair aveva in casa.

Il secondo dato importante è agghiacciante perchè lascia presupporre una meticolosa premeditazione dell’omicidio ed una esecuzione perfetta. Laura Perselli, infatti, non avrebbe avuto neppure il tempo di tentare una reazione per evitare di morire assassinata la sera del 4 gennaio scorso. Sul suo corpo l’anatomopatologo Raniero non ha infatti rilevato alcuna ferita da difesa.













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