Via al Prg, la città disegna il suo futuro 

A vent’anni dall’approvazione dell’ultimo strumento urbanistico parte la revisione generale. Obiettivo: Pergine 2030


di Roberto Gerola


PERGINE. Dopo vent’anni, avviata la procedura per un nuovo Prg a livello generale. La giunta ha provveduto in tal senso approvando gli “Indirizzi” per un Prg che viene definito “il Prg per la città di Pergine 2030”. Procedendo quindi alla pubblicazione del documento e rinviando a specifica altra delibera la nomina del tavolo tecnico al quale demandare il supporto tecnico e l’analisi delle singole tematiche da affrontare durante il processo di revisione del Prg. La nuova programmazione urbanistica si è resa necessaria in quanto l’attuale strumento urbanistico era stato approvato nel 2002 dalla Provincia, ma la sua elaborazione risaliva alla fine degli anni 90. Anzi l’approvazione in sede consiliare era stata propedeutica al cambio di maggioranza. Ds e Verdi (di allora) in cambio del voto favorevole al Prg sarebbero poi entrati giunta con le elezioni comunali del 2000. Con il Prg 2002 si introdusse il concetto di “Sul” (superficie utile lorda). A parte questi risvolti storici, il Prg 2002 si inseriva in un contesto socio economico e normativo profondamente diverso da quello attuale. “La disciplina urbanistica ha vissuto nell’ultimo decennio - si legge nella delibera attuale - un profondo rinnovamento, reclamando l’esigenza non più di “pianificare un territorio” ma piuttosto di “governare il territorio”, assumendo, fra le variabili, temi nuovi e complessi come la partecipazione e l’ambiente, che rappresentano oggi le nuove e vere sfide dell’urbanistica. Il mutato scenario socio economico è alla base della nuova variante generale”. E ancora “Una variante generale al piano urbanistico comunale rappresenta un processo complesso, sia sotto il profilo amministrativo-procedimentale che sotto il profilo tecnico-disciplinare, e richiede un percorso articolato non riferibile solamente ad aspetti strettamente tecnico normativi, ma che necessita, dopo una attenta analisi dello strumento vigente, un ripensamento delle modalità di programmazione; un procedimento di variante generale assume la valenza di un nuovo piano regolatore che consente di implementare un approccio disciplinare più moderno ed attuale, aderente al nuovo quadro normativo che si è venuto a formare negli ultimi anni capace di integrare temi nuovi come la “partecipazione” e la “sostenibilità”; il procedimento di una variante generale appare un processo multidisciplinare, complesso e articolato che richiede la costituzione di un gruppo di lavoro trasversale che contemperi le diverse competenze tecniche e amministrative necessarie, anche attraverso il coinvolgimento degli ordini professionali; per tracciare gli elementi strategici sotto il profilo operativo e disciplinare necessari per gestire il processo di variante, gli uffici hanno redatto un documento tecnico denominato “Indirizzi per la variante generale al Prg”, che definisce il quadro dei “contenuti” della variante e delle modalità operative per giungere alla variante; il documento costituisce una sorta di “mandato di obiettivi e strategie” attraverso l’ascolto dei principali portatori d’interesse, permettendo così di dare pienezza e coerenza al processo di redazione della variante generale; la definizione dei temi puntuali che la variante dovrà affrontare rappresenta il primo passo del processo e del confronto tecnico politico che sarà attuato attraverso le forme partecipative richiamate dalla disciplina urbanistica provinciale e che porteranno alla stesura di un vero e proprio “documento di indirizzo per la revisione generale del Prg”.















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