«Si incentiva l’elettrico  ma poi si compra diesel» 

Il convegno. L’ingegner Fauri in occasione della “Giornata della mobilità” punta il dito contro la Provincia: «Ha investito milioni di euro salvo poi non acquistare nemmeno veicoli ibridi»


Beppe Castro


Pergine. Lo sviluppo della mobilità elettrica in Italia fa fatica a decollare, nonostante i benefici per le città. Probabilmente saranno decisivi i prossimi anni per il futuro della mobilità elettrica e sostenibile. Al riguardo si è svolta ieri una giornata dedicata ai nuovi scenari della mobilità elettrica e sostenibile che, oltre a ricoprire un ruolo chiave nella riduzione dell’inquinamento atmosferico, contribuisce a rigenerare l’ambiente urbano e a migliorare la qualità della vita. Ad ospitare l’evento, promosso dall’amministrazione comunale, è stata la sala assemblea della Comunità Alta Valsugana e Bersntol.

Sostenibilità innanzitutto

Sono stati toccati tutti temi dell’ambiente, della sostenibilità, del risparmio delle risorse disponibili. Maurizio Fauri, professore associato di Sistemi elettrici per l’energia del Dipartimento di ingegneria civile ambientale e meccanica dell’Università di Trento ha aperto il convegno spiegando che bisogna cambiare la mentalità «che non deve essere quella di fare il pieno di benzina per percorrere mille chilometri, ma fare tante piccole ricariche dalle colonnine a casa o al lavoro fermandoci come quando si fa la spesa», ha chiosato Fauri.

Cambio di mentalità

La cosa più importante, ma al contempo la più difficile, è che dovranno essere le amministrazioni a cambiare la mentalità con una politica illuminata su questi temi. «Purtroppo la Provincia – prosegue Fauri - ha fatto un Piano per la mobilità elettrica con incentivi di svariati milioni di euro ma poi lo stesso ente ha pensato di acquistare 159 autobus diesel, neanche ibridi. La stessa identità ha fatto due cose diverse palesando incongruenze. Speriamo comunque che gli incentivi nazionali per l’acquisto dei veicoli elettrici, consentano una evoluzione della mentalità delle persone. In Trentino c’è la proposta che i veicoli elettrici possano diventare gli unici a poter percorrere i passi».

Locomotori a batteria

Il professor Fauri ha poi presentato una novità rivoluzionaria per la Valsugana con l’utilizzo di un treno con locomotore con batterie. «Ci stiamo lavorando. Sarebbe interessante attuare presto questo progetto di mobilità ferroviaria per capire i vantaggi, gli svantaggi, le difficoltà tecniche e la possibilità di perseguire questa strategia in futuro. Qualcuno è spaventato dal possibile cambiamento del paesaggio con una palificazione elettrica diversa dall’attuale visto che il tratto della rete ferroviaria che da Trento va a Caldonazzo è di una bellezza incredibile». A seguire, l’intervento di Nicola Fruet, responsabile mobilità di Dolomiti Energia che ha rimarcato l’importanza che riveste la rete di ricarica a zero emissioni. «Ad oggi la transizione da un sistema a combustione interna a quello elettrico, ibrido o di altra natura, deve fare i conti con la cosiddetta “ansia da ricarica”. Il problema non esisterà più visto che su tratte medio-lunghe il veicolo elettrico, da qui alla fine 2019, diventerà competitivo rispetto agli altri sistemi di trazione con il miglioramento delle infrastrutture della rete di ricarica».

In piazza Garibaldi, nonostante una mattinata piovosa, alcuni cittadini e visitatori, hanno potuto provare bici, moto e automezzi elettrici e ibridi visto che per loro era riservato un test drive nell’area dell’esposizione dei veicoli.















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