Sant’Orsola, radici solide per proiettarsi nel futuro 

La Coop di Pergine. Il legame con il proprio passato e la condivisione di un percorso di crescita in costante evoluzione hanno portato alla nascita del Villaggio-Cittadella dei Piccoli Frutti


ROBERTO GEROLA


Pergine. Molte considerazioni sul futuro del nuovo Villaggio dei Piccoli Frutti che la Coop Sant’Orsola ha aperto domenica con una grande festa. Avrà un futuro che «si prospetta positivo» è stato affermato da più parti basandosi sui parametri rispettati secondo il piano di sviluppo elaborato, ma anche perché il mercato è positivo e gli spazi liberi sono consistenti. E poi perché il nuovo complesso è in grado di far fronte alle esigenze di un mercato in evoluzione. Quindi un traguardo importante, con ricadute importanti per la zona, per il Trentino e per l’economia in generale.

Lo sguardo al passato

Per questo lo sguardo volto al passato ha rappresentato un momento importante perché ha significato riconoscere l’azione pionieristica di poche persone che in valle hanno avuto il coraggio di avviare la coltivazione dei piccoli frutti raggiungendo la prima tappa dopo alcuni anni e cioè la costituzione della Coop Sant’Orsola avvenuta nel 1979. Sono stati ricordati così i soci fondatori che hanno intravvisto la possibilità di un’integrazione del reddito introducendo in valle nei primi del 1970 appunto le prime piantine. Sono stati Giuseppe Bortolotti (che poi sarà il primo presidente fino al 1994), Basilio Pallaoro, Ruffino Paoli, Sandro Valentini, Feliciano Zamboni, Gentine Carlini, Ines Lenzi (l’unica donna), Mario Paoli, Ermanno valentini, Lino Pllaoro, Federico Oss (presidente dal 1994 al 2008), Arturo Fontana e Giuseppe Pompermaier. Sono stati ricordati (alcuni erano presenti) uno per uno dal presidente Silvio Bertoldi (in carica dal 2008). Tre soli presidenti in 40 anni, segno di condivisione,

I pionieri

Dopo il rituale taglio del nastro avvenuto simbolicamente sul palco, una pergamena ricordo è stata consegnata a Luigi Bortolotti (figlio appunto del primo presidente, scomparso da un paio d’anni). Mentre a Federico Oss (secondo presidente) e Dario Pallaoro (in qualità di funzionario in Provincia appoggiò in pieno l’iniziativa dei suoi valligiani, dal punto di vista burocratico) è stata donata una scultura in legno in tema, opera di Gino Lunz. Per ciascuno di loro, parole di gratitudine. Un gruppo di persone che hanno “inventato” un presidio importante dal punto di vista del reddito.

I dati dopo 40 anni

Solamente attraverso loro, la Coop Sant’Orsola (la prima sede fu appunto a Sant’Orsola, e raccoglieva le fragole di poche coltivazioni in valle) poté poi proseguire, evolvendosi, modificandosi, ampliandosi, trasferendosi a Pergine, scrivendo una pagina di storia condensata in un opuscolo distribuito a tutti. Da pochi lavoratori, la Coop è arrivata oggi a 206 dipendenti. I dati relativi al 2018 in fatto di raccolta prodotti sono in aumento: fragola 1.894.715 kg (+2,70%), fragoline 20.263 kg (-7,55%), lampone 1.379.659 kg (+0.62), more 607.352 kg (-7.01%), mirtillo gigante 587.236 kg (+19,36%), ribes 344.530 kg (+21.04%), uva spina 2.331 kg (+35.76%), kiwi arguta 9.969 kg (+135,73), ciliegia 573.739 kg (+54.49%); altra frutta 43.352 kg (+175,04%). In totale 5.463.146 kg (+7,95%). Quest’anno l’utile è stato 802.511 euro, con un ricavato da vendite pari a 59,9 milioni. La somma liquidata ai soci è stata di 26,1 milioni, le aziende socie sono 844, gli ettari coltivati 513 (tra i 200 e i 1.400 metri).













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