Residenza Pedrotti, illegali le varianti in corso d’opera 

Levico Terme, l’Ufficio edilizia privata del Comune ha riscontrato «modifiche alla configurazione del tetto e alla pianta della terrazza» che non erano possibili


di Franco Zadra


LEVICO TERME. La notizia positiva è che il Comune lavora davvero sulle segnalazioni di abusi edilizi che, come confermavano al Trentino l’assessore Werner Acler e Andrea Piva, progettista e direttore lavori per la Residenza Pedrotti in via Garibaldi, sono una pratica diffusa nella cittadina termale. Il Servizo tecnico ha pubblicato sul sito del Comune, l’elenco dei rapporti degli ufficiali e agenti di polizia giudiziaria riguardanti le opere e gli immobili realizzati abusivamente sul territorio del Comune, con gli estremi delle relative ordinanze di sospensione emesse solo nel ottobre scorso.

Quattro ordinanze riferite a una decina di abusi contestati ai costruttori dal pubblico ufficiale. Quelle che più saltano agli occhi, perché più di attualità, sono le contestazioni che hanno per oggetto la residenza Pedrotti di via Garibaldi per la quale L’Ufficio edilizia privata del Comune aveva effettuato dei sopralluoghi di verifica sul cantiere segnalato da un esposto del consigliere comunale 5 Stelle, Maurizio Dal Bianco, e prendendo atto «che durante l’iter istruttorio (della pratica edilizia, ndr) – scrive l’Ufficio edilizia privata - sono sorte delle difficoltà in merito alla corretta interpretazione del quadro normativo applicabile al caso di specie, che presenta oggettive difficoltà interpretative». Ora, grazie anche alla trasparenza che il sito del Comune sta sempre più implementando, il pubblico può conoscere nel dettaglio quali sono le contestazioni rilevate nella residenza Pedrotti e che recentemente hanno motivato l’incarico a un legale «al fine di tutelare l’amministrazione comunale – aveva detto l’assessore competente e vicesindaca Laura Fraizingher – da eventuali procedimenti giudiziari». La tipologia di intervento sulla residenza Pedrotti, dopo la richiesta di un parere preventivo il 16 ottobre 2015, è intitolata, in una prima autorizzazione rilasciata il 9 settembre 2016, “Restauro e risanamento conservativo” e, come è normale in ogni cantiere di questo mondo, comprende varie “Scia”, (Segnalazione certificata di inizio attività) che l’amministrazione comunale è tenuta a verificare corrispondenti alle norme edilizie. Si prospettano quindi valutazioni complesse con apporti specialistici e strumentali non disponibili nell’organizzazione del Comune, che dal canto suo ha già verbalizzato che vi sono una «modifica della configurazione del tetto – è scritto nella nota dell’Uffico tecnico -, con una interruzione della falda di copertura in corrispondenza degli abbaini; modifica in pianta della terrazza a piano quarto superiore al 20% della superficie autorizzata sono illegittime in quanto non rientrano nella tipologia di variante in corso d’opera e risultano già eseguite alla data di deposito del titolo edilizio, come attestato dalla documentazione fotografica allegata alla Scia e dalle risultanze del sopralluogo di verifica condotto dall’Ufficio edilizia privata in data 25 agosto 2017 presso l’immobile».













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