Pergine in versione “eco” progettata dagli studenti 

Lo studio che cambia. Presentato l’elaborato finale del progetto “Ma.Va.Pian.” di due classi del Marie Curie per la mappatura, valutazione e pianificazione dei servizi ecosistemici



Pergine. Il progetto Caritro Ma.Va.Pian. (mappatura, valutazione e pianificazione dei servizi ecosistemici), sviluppato in Rete da vari Itituti scolastici, e che ha coinvolto le classi 4ª Cat e 5ª Bls del Marie Curie, accompagnati dai docenti Marina Taffara, Roberto Barra, e Luciano Bassi, ha prodotto un documento progettuale molto articolato, presentato dagli studenti che con grande professionalità mostrano la Pergine del futuro, almeno come la vorrebbero loro, «su una ipotesi di previsione – era l'obiettivo del progetto – a 40 anni, secondo logiche di sistema, con particolare attenzione agli ecosistemi, al loro valore e all'impatto ambientale, sociale ed economico di ogni intervento umano, puntando al miglioramento della continuità ecologica nell’area Pergine-Paludi-San Cristoforo e nello stesso tempo alla creazione di un’area dove sia possibile passeggiare e fare attività all’aperto, dove è prevista anche la rinaturalizzazione del “Fosso dei gamberi”».

Dalla scuola è sortito dunque un parco periurbano nell'area ex Paludi, capace di connettere il centro di Pergine con il lago, valorizzando un'area oggi poco considerata, trasformata in un'occasione di salute, benessere, e tempo libero, nel rispetto degli ecosistemi e dell'ambiente.

Cardine del progetto è il concetto di «corridoio ecologico», cioè, quella particolare area verde dedicata a preservare specie animali e piante che vivono in quel tipo di habitat, con la funzione di permettere il passaggio graduale tra un habitat e l'altro, come possono essere, per esempio, corsi d’acqua naturali e artificiali e la loro vegetazione, zone umide, aree boscate, prati, pascoli e incolti, siepi e filari,ma anche muretti a secco, o cinture verdi urbane.

Gli studenti hanno quindi sottoposto al vaglio le mappe catastali per conoscere i proprietari delle particelle interessate. Con un software dedicato (Qgis) hanno elaborato le curve di livello partendo dal modello digitale del terreno, rappresentando l'altimetria di quella porzione di territorio. Hanno naturalmente studiato il Prg e considerato i vincoli preesistenti, per mantenere le adeguate fasce di rispetto.

«Per la valorizzazione dell’area Paludi – spiegano gli studenti - era indispensabile prevedere dei percorsi più sicuri e fruibili per il collegamento della città al lago. I percorsi individuati sono di carattere ciclabile e pedonale, per favorire gli spostamenti verso il lago della mobilità lenta, con un arricchimento dell’ambiente circostante».

Gli studenti propongono «una ciclabile immersa nel verde che non interferisce con la viabilità stradale e sfrutta maggiormente il nuovo sottopasso, alberata secondo tecnologiche innovative, e con una pavimentazione drenante ecologica, o in alternativa, utilizzando moduli prefabbricati dal riciclo della plastica».

Poi c'è il “Fosso dei gamberi” che raccoglie le acque della zona Paludi e le fa confluire nelle acque del lago, che gli studenti pensano «più sinuoso e meno antropizzato, con dei piccoli ponti in legno».

Il percorso pedonale, individuato dagli studenti come valida alternativa, soprattutto d'estate, al percorso del corridoio ecologico, segue il tracciato della ciclabile del Rastel ed è naturalmente ombreggiato.

Una chicca appare l’illuminazione notturna dei nuovi percorsi progettati dal Marie Curie, utilizzando tecnologie innovative, già realizzate in altre città europee per illuminare piste ciclabili e pedonali.

Gli orti urbani completano la progettazione dei nostri piccoli, grandi urbanisti che spiegano, «Un orto urbano è uno spazio verde del Comune che mette a disposizione della popolazione appezzamenti di terreno di 30mq dove coltivare frutta e verdura e appezzamenti di 100mq con un deposito attrezzi che funge anche da ritrovo, uno spazio adibito a bagno, e una zona coltivabile».

Nella Pergine dei ragazzi si potrà dunque coltivare la propria frutta e verdura a km 0, migliorando la biodiversità, riducendo i rifiuti, con un clima migliore e meno costi per gli alimenti. F.Z.













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