La “Moretta” batte il Covid poi di corsa conquista i passi 

L’impresa. Dopo malattia e lockdown la voglia speciale di Paola Fedrizzi: salire lungo 30 salite entro settembre. E 25 sono già alle spalle. «Che emozione sul Mortirolo! Ma che duro il Fedaia»


Gianluca Filippi


Pergine. Prima il Covid-19, il lockdown e poi il riscatto. E che riscatto. Paola Fedrizzi ha scelto un modo tutto suo per archiviare una primavera che, come migliaia di altre persone, avrebbe voluto non fosse mai stata vissuta. Il virus è entrato nella sua vita e in quella dei suoi familiari, fortunatamente senza costringerla al ricovero. «Come tutti, mi sono messa a fare da mangiare, soprattutto pane», sorride, rammentando a tutti noi la corsa al lievito di quel periodo. Poi, conclusa clausura forzata, c’è stata la voglia di fare qualcosa di diverso: raggiungere di corsa 30 passi di montagna entro la fine di settembre.

Per chi la conosce è un’impresa ampiamente alla sua portata: la “Moretta”, come è conosciuta nell’ambiente della corsa amatoriale Paola Fedrizzi, ha sempre avuto una certa predilezione per il dislivello. «Dopo la malattia e la permanenza forzata a casa, avevo bisogno di fare qualcosa di diverso - confessa -. Mi è passato per la testa di cominciare a fare qualche passo di montagna di corsa e quindi ho approfittato delle belle giornate per fare dei giri accompagnati dalla famiglia. Lì credo di essermi ammalata di dislivello e la sfida ha cominciato a prendere dei contorni diversi».

Così, quella che era iniziata quasi come una scampagnata, ha assunto i contorni di una bella storia da raccontare. In poco più di due mesi l’atleta del Gs Valsugana ha messo in cornice la bellezza di 25 passi e l’obiettivo è di arrivare a 30 alla fine di settembre. «Poi mi fermo», promette, senza nascondere la soddisfazione. «Il bello di queste corse è che sulla strada trovi molta gente che quando ti vede ti incita e fa il tifo, così come moltissimi ciclisti che hanno sempre una parola di stimolo. Purtroppo, soprattutto la domenica ho incontrato molto traffico automobilistico, un po’ fastidioso«.

Ecco le cime raggiunte fino ad ora, alcuni nella stessa giornata: Redebus (1000 metri di dislivello), Maghen (1629), Cimirlo (265), Pordoi (786), Sella (758), Gardena (300), Valles (501), San Pellegrino (505), Rolle (957), Giau (922), Falzarego (913), Gavia (1363), Mortirolo (1303), Brocon (706), Pramadiccio-Lavazé-Oclini (totale 700), Rombo (1796), Pampeago (986), Vezzena (926), Pennes (876), Giovo (1404), Fedaia (1057), Costalunga e Nigra (insieme 423) per un totale di 20.072 metri di dislivello positivo (2,2 volte il monte Everest).

Ogni salita porta con sé le sue emozioni, ma alcune mettono nello zainetto qualcosa di più. «La salita più emozionante è stata senza dubbio quella del Mortirolo -, racconta Paola Fedrizzi -. Bella anche quella del Rombo, soprattutto per la lunghezza di 29 chilometri. E poi il passo del Manghen, la salita con il maggior dislivello. Faticosissimo il Fedaia».

L’appetito vien mangiando e quindi, nonostante l’intenzione sia di fermarsi a 30, per l’anno prossimo Paola Fedrizzi ha già in mente di uscire dai confini regionali e cominciare ad affrontare le salite più importanti del giro d’Italia e, perché no, anche qualche famosa salita all’estero.













Scuola & Ricerca

In primo piano