In Etiopia sgorga l’acqua  di “Solidarietà Vigolana” 

Cooperazione internazionale. Inaugurato un nuovo pozzo nella regione del Guraghe  «Grande emozione per una cerimonia ufficiale che è stata una festa di popolo con canti e balli» 


Gino Micheli


Altopiano della vigolana. I volontari di Solidarietà Vigolana e della Pro Loco di Revò hanno effettuato un viaggio di verifica e controllo del progetto di un acquedotto in Etiopia nella regione del Guraghe a sud di Addis Ababa. Le due associazioni, con il contributo del Servizio attività internazionali della Provincia, hanno progettato, sostenuto e finanziato la realizzazione di un acquedotto per portare acqua potabile in alcuni villaggi nelle vicinanze di Emdibir. Utilizzando una sorgente già sfruttata per altri due acquedotti, attraverso circa 10 km di tubazioni sono state realizzate 6 fontane per portare acqua pulita ad alcuni villaggi provvedendo alla necessità idrica di circa 2500 persone. Si tratta di acquedotti a gravità che non utilizzano pompe o altra tecnologia, ma sfruttando appunto la forza di gravità. Quindi progetto sostenibile nel tempo che si trova un altopiano a 2000 metri di altitudine. Coordinatore locale è il segretario della Diocesi Cattolica di Emdibir con cui le due associazioni trentine collaborano da 10 anni; è lui che organizza il lavoro e segue tutte le fasi dalla progettazione al collaudo finale. Il lavoro di scavo e interramento delle tubazioni è realizzato gratuitamente dalle popolazioni locali fruitori finali del progetto. Si tratta del sesto acquedotto e con questo progetto sono stati realizzate circa 58 fontane, 8 serbatoi per la raccolta notturna dell’acqua e attraverso circa 60 km di tubazione è stata fornita di acqua potabile una popolazione di circa 60.000 mila persone.

«Il momento dell’inaugurazione delle fontane è sempre emozionante - riferisce Stefano Vernuccio presidente di Solidarietà Vigolana – si tratta di una grande cerimonia ufficiale con le autorità locali ma anche una vera e propria festa con canti e balli che ci fa rendere conto dell’importanza dell’acqua nella vita di una comunità. Gli anziani del paese ci fanno capire cosa significa avere la possibilità di usare acqua pulita. Un altro aspetto molto importante è che qui convivono tranquillamente musulmani, ortodossi, cattolici e protestanti, animati tutti da un grande rispetto reciproco».

Il viaggio è stato anche l’occasione per visitare altre realtà gestite sempre dalla Diocesi di Emdibir, in particolare scuole e cliniche. In alcuni villaggi le cliniche sono le uniche realtà di assistenza medica per centinaia di persone. Molte sono le richieste di intervento e supporto, molte sono anche le associazioni italiane e non, che si adoperano in questa regione. «Abbiamo potuto anche visitare - prosegue Vernuccio -l ’Ospedale di Wolisso, gestito dal Cuamm. Anche in questo caso si è trattato di una visita per verificare lo stato di avanzamento dei lavori per la realizzazione di uno reparto di neonatologia al quale abbiamo dato un contributo per l’acquisto di una parte di attrezzatura».

Conclude: «Tutti questi progetti sono stati resi possibili grazie alla generosità della comunità trentina. Importante contributo è stato dato dalla Provincia, quel 0,25 per cento del bilancio provinciale che l’attuale giunta ha eliminato».













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