Il voto dei perginesi ha promosso la giunta 

Elezioni il giorno dopo. Dei sei componenti dell’esecutivo uscente in cinque si sono ricandidati e tutti sono stati rieletti con tre di loro più votati delle rispettive liste. Ipotesi riconferma in blocco


Paolo Silvestri


Pergine. Il sindaco è eletto, il consiglio è fatto, non resta che varare la giunta. E se c’è un Comune dove la cosa non dovrebbe risultare un complicato rompicapo da risolvere, questo è proprio Pergine.

Le urne, con il 60 e spiccioli di preferenze, il 6% circa più della consultazione di cinque anni fa, hanno detto chiaramente che l’amministrazione di Roberto Oss Emer è stata promossa dagli elettori, dai cittadini di Pergine. Una dato che anche volendo provarci è davvero difficile leggere in modo diverso da un “bravi andate avanti così”. Ovviamente c’è un 40% scarso di elettori che non è ovviamente d’accordo e che mai direbbe questo, ma se c’è una cosa che va rispettato è il voto degli elettori. E quindi la prima domanda è: come farà Oss Emer a cambiare la propria squadra? La seconda poi è: perché mai dovrebbe farlo?

Lunedì Oss Emer è stato molto chiaro al riguardo: «La giunta la decide sempre il sindaco», ci ha detto. Ma ha anche subito aggiunto: «Terrò conto delle preferenze e delle proposte delle varie liste, poi deciderò soprattutto in base alle competenze». Competenze che sono state chiaramente premiate dal voto degli elettori.

Solo uno dei sei membri della giunta varata nel 2015, Sergio Paoli, con deleghe ad attività economiche (industria, artigianato, commercio), progetto speciale sviluppo apicoltura e rapporti con le associazioni di riferimento, non si è ricandidato. Gli altri non solo lo hanno fatto, ma sono stati tutti rieletti e in 3 casi su 5 sono anche risultati i più votati delle proprie liste. Si tratta di Daniela Casagrande, vicesindaca uscente, con deleghe a politiche sociali, politiche giovanili, sanità e rapporti con Asif Chimelli e associazioni di riferimento, leader della Civic@ e autentico braccio destro di Oss Emer; Franco Demozzi, assessore a sport, turismo, ambiente, energie rinnovabili, risparmio energetico ed associazioni di riferimento, secondo solo a Daniela Casagrande nella Civic@; e Carlo Pintarelli di Prospettiva Futura, che aveva le deleghe al verde parchi e giardini, agricoltura, viabilità agricola, rapporti con i consorzi di miglioramento fondiario e progetto speciale recupero aree incolte. Gli altri due assessori uscenti, Massimo Negriolli di Impegno per Pergine (lista più votata dopo la Civic@), che aveva le deleghe a edilizia privata, urbanistica, piano urbano del traffico e trasporto urbano e scolastico, ed Elisa Bortolamedi di #Pergiovane, che era assessora cultura, istruzione, periodico comunale e rapporti con le associazioni di riferimento, entrambi secondi per numero di prefenze nelle rispettive liste. Il primo dietro a Morgan Betti, la seconda alle spalle di Alessandro Merlini. Sarà questo un problema per Oss Emer? Verrebbe da dire: anche no. Questo anche in considerazione del fatto che la lista Patto per Pergine aveva l’assessore non ricandidato e il presidente del consiglio comunale (Renato Nisco, questa volta secondo votato di lista dietro a Mauro Gretter).

Se Oss Emer dovesse formare la lista tenendo conto anche del risultato numerico e non solo del significato complessivo del voto espresso dai perginesi e della necessità della rappresentanza femminile, potrebbe comunque tranquillamente confermare i cinque assessori rieletti, pescando il sesto da Patto per Pergine e sponsorizzando magari la conferma Nisco, consigliere di lungo corso, alla guida del consiglio (e se invece facesse scelte geopolitiche diverse facendo in modo che a guidare il consesso a un altro collega consigliere di altrettanto lungo corso?) o da Impegno per Pergine che ha conquistato 3 seggi. Fosse così uno tra Mauro Gretter o Morgan Betti potrebbe essere assessore. Ma sarà appunto Oss Emer a decidere e non ci vorrà davvero molto tempo prima che lo faccia.















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