Il labirinto vegetale nasce a due passi dai vandalismi 

Vicino al Fersina a monte di Canezza operai lavorano a una struttura “verde” ma lungo la passeggiata verso il Museo Pietra Viva è stata distrutta una scultura


di Roberto Gerola


PERGINE. C’è chi si impegna a migliorare l’ambiente, sia esso ente pubblico o privato o tutti e due assieme, e chi invece si impegna nel distruggere il tanto declamato “bene comune”. E’ quanto avvenuto a pochi km da Canezza sul fondo valle sulla riva sinistra del torrente Fersina. La Comunità Alta Valsugana e Bersntol sta intervenendo con le squadre di operai impiegate per favorire l’occupazione, in lavori per realizzare strutture di svago e punti di attrazione per quanti, e sono sempre di più, si recano in passeggiata o desiderano trascorre qualche ora all’aria aperta e a contatto della natura.

A pochi metri dal Fersina, in un prato attorniato da bosco ceduo, c’è il posto ideale per questo aspetto. Tanto più che, sempre con una passeggiatina di mezzora si può visitare il Museo Pietra Viva che raccoglie testimonianza minerarie, ma non solo: un po’ di tutto in merito a quanto avveniva in valle ma non solo. Una struttura che ha in Mario Pallaoro (uno dei due noti “gemelli” di Sant’Orsola) il curatore appassionato che sa intrattenere con le sue “storie” le scolareschi. Ebbene lungo il “sentiero fatato” che dal Museo scende al Fersina nei pressi della centrale idroelettrica (territorio di Sant’Orsola sul fondo valle), sono disseminati, scolpiti nei tronchi opere d’arte di vari scultori. Sono soprattutto gnomi, ma anche animali del bosco pagate da Comunità, Pro Loco, Comune. La notte tra domenica e lunedì hanno levato dal terreno lungo il sentiero, una scultura (un gufo) per gettarla nel l’alveo di un vicino rio affluente del Fersina. L’atto vandalico (denunciato ai carabinieri) non deve essere stato semplice da compiere: la scultura era interrata per mezzo metro oltre ad essere pesante, e per l’operazione deve essere stato usato un qualche mezzo meccanico. A che pro? La scultura non dava fastidio a nessuno e aveva l’assenso del proprietario del terreno. Puro vandalismo mentre altri lavorano per migliorare l’ambiente.

Si parlava delle squadre di operai che stanno realizzando un labirinto vegetale di 30x30: uno steccato con percorso da labirino che verrà poi mascherato da piante di mais, con entrata e uscita da ricercale. Un’attrazione curiosa su terreno comunale, in riva al torrente che si raggiunge a piedi o in bici su stradina immersa nel verde. Ai lati due sculture (gufo e aquila, opere di Gino Lunz) e a fianco una decina di sdraio in legno per qualche esercizio ginnico.













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