Gli auguri della comunità per i 100 anni di don Avi 

Noto a tutti come “don Torta”, prete da 76 anni, oggi raggiunge il secolo di vita Domenica alle 15 le parrocchie dell’Oltrefersina lo festeggeranno a Madrano


di Roberto Gerola


PERGINE. Classe 1918, 76 anni di sacerdozio, ancora con uno spirito incredibile e una lucidità unica, per don Guido Avi, prete di Vigalzano ci sarà la festa per i 100 anni (che compie oggi). La comunità dell’Oltrefersina con le parrocchie di Vigalzano, Madrano e Nogaré intendono festeggiarlo domenica prossima nel pomeriggio con una messa solenne alle 15 nella chiesa di Madrano. Poi il momento dell’incontro con i fedeli nella palestra delle scuole elementari con la partecipazione anche dei complessi corali della zona. Sarà un momento importante perché verrà celebrato un sacerdote che ha avito modo di lasciare una traccia profonda non solo nel Pergine, e in valle dei Mocheni, ma soprattutto a Trento e in particolare nella parrocchia di Cristo Re.

Don Guido Avi è noto anche come “Don Torta” ed è lui stesso a non farne mistero. Perché, la chiesa di Cristo Re nel rione che fu uno dei primi ad essere realizzato come zona residenziale di Trento, venne costruita con … le torte. Tutte confezionate dalle fedeli e poi vendute. Ma don Avi ha alle spalle anche la costruzione della chiesetta della Madonna della Neve a Kamaovrunt, poco più di 30 anni da fa. E poi anche la casa dell’accoglienza: l’abitazione paterna (dove ancora abita nella mansarda) venne ristrutturata e ceduta alla parrocchia perché venisse usata per persone in temporanea difficoltà circa l’alloggio e a qualche migrante. Gestione che ancora oggi avviene tramite la Curia. Ma molte altre sue opere sarebbero da elencare, nonché le pubblicazioni. Fu anche promotore della Festa dell’amicizia, ospitando in fedeli nel giardino della casa paterna a Vigalzano. 76 anni fa la sua prima messa celebrata a Madrano.

Lo spirito non gli manca e la domenica celebra ancora la messa per i fedeli.

Spesso racconta qualche aneddoto della sua vita legato soprattutto alla vocazione.

«Ero nei campi - è solito ricordare - a lavorare con il papà da una parte e la mamma d’altra. L’ho detto a mia mamma: “Mamma vorrei farmi prete”. “E come facciamo, mi rispose, occorrono soldi che non abbiamo”. C’erano altri 14 fratelli da sfamare». Poi racconta di una benefattrice che pago 270 lire per la mia ammissione al seminario. Seguirono altri benefattori, altre provvidenze, altri soldi come quelli del fratello Egidio che lavorava nei campi del seminario. «Ricordo il giorno dell’ordinazione insieme ai miei 23 compagni di seminario; al termine della cerimonia abbracciai i miei genitori, i miei fratelli». Il 5 aprile, la prima messa a Madrano. «Fu una giornata movimentata: a casa fu festa senza pane perché mia mamma scambio le tessere per le sigarette con quelle per la farina, ma la Finanza la fermò lungo la strada e gliela sequestrò. Poi arrivo mio fratello Narciso dalla Germania, di nascosto, ma i carabinieri lo vennero a sapere e arrivarono a casa per arrestarlo. Lo aiutai a sfuggire loro. Alla sera, dopo aver superato tutte queste difficoltà, spettacolo di teatrino nella scuola. Ci divertimmo tutti».

E ora il compleanno numero 100 e una nuova grande festa.













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