Dal dolore al riscatto: così l’ospedale Villa Rosa fa tornare “cittadini” 

Il dirigente Bonavita. «Puntando su disabilità e sport, potremmo anche rilanciare il turismo»


Maddalena Di Tolla Dedflorian


Pergine. L’ospedale Villa Rosa è una struttura di grande qualità, con potenzialità da esplorare. Il sindaco Roberto Oss Emer ne ha inserito la valorizzazione fra le priorità del suo mandato, nel documento programmatico. Siamo dunque andati a fare un tour interno alla struttura (autorizzati, protetti anticovid, fuori dagli orari di visita, lontani dai reparti di degenza, dai medici e dagli ospiti), con il direttore dell’Unità operativa di riabilitazione ospedaliera, Jacopo Bonavita, specializzato in medicina fisica e riabilitazione. Precisiamo che oggi non ci sono pazienti positivi al Covid nell’ospedale. Il direttore ci ha guidati con entusiasmo, definendo «una bellissima sfida» quella di dirigere questo ospedale, parlando con orgoglio e gratitudine della sua squadra di giovani medici, preparati, dediti al recupero dei pazienti, capaci di fare squadra.

Bonavita, bolognese, è giunto a Pergine a maggio 2019, proviene da esperienze di grande calibro. Ha scelto Villa Rosa per quello che essa già esprime oggi, come qualità di servizi ai pazienti. Ha uno sguardo capace di futuro per il gioiello che dirige. «La riabilitazione – spiega, mentre apre sale e palestre, accende luci e fa gli onori di casa, illustrando la dotazione all’avanguardia della struttura – è un lavoro multidisciplinare. Deve portare le persone a tornare pienamente cittadini, quanto più autonomi possibile».

Per questo, già oggi, a Villa Rosa, oltre a medici, infermieri, fisioterapisti, Oss ci sono anche psicologi ed esperti di terapia occupazionale, perché il futuro di un cittadino disabile sia una vita stimolante e, per quanto possibile, la piena partecipazione alla vita sociale e produttiva, in vari modi. Dalla sanità di eccellenza, per la quale vi sono margini di miglioramento, alla cittadinanza post-disabilità, il salto che Villa Rosa potrebbe fare, può passare dalla progettualità, da sviluppare insieme fra Azienda sanitaria, Provincia, tessuto sociale.

Il sindaco Oss Emer ha dichiarato l’importanza del futuro. Il direttore Bonavita e il suo staff sono pronti a mettere le loro competenze a disposizione di un ulteriore passaggio, per aumentare i servizi e la platea di fruitori e per rafforzare l’integrazione col territorio. Le idee, gli stimoli emergono spostandosi fra palestre, laboratori, piscina e corridoi. Villa Rosa – immaginiamo noi cronisti – potrebbe diventare uno speciale hub di cittadinanza diversamente abile. Un tema centrale è lo sport: «Si potrebbe lavorare nella direzione di un centro di riabilitazione sportiva e di orientamento allo sport paralimpico», ragiona Bonavita, quando gli chiediamo possibili scenari. Del resto, intorno all’ospedale ci sono molte associazioni sportive, dedite alle discipline paralimpiche, il palazzo del ghiaccio di Piné, i laghi. «Si possono fare molte cose, come portare qui le nazionali di sport paralimpici, ad esempio, dando l’esempio e la speranza ai disabili di fare sport e contribuendo anche al volano turistico», immagina Bonavita.

«Qui, oltre che al dolore, vediamo resilienza e voglia di riscatto nei nostri ospiti», ci racconta. I medici mettono scienza ed empatia. Alla politica spetta creare i presupposti per un futuro ancora più utile.















Scuola & Ricerca

In primo piano