Capriola salvata dai cacciatori 

L’animale è stato investito da una moto sul colle dello Zucar: la zampa rotta curata dal veterinario


di Roberto Gerola


PERGINE. Salvata dai cacciatori una capriola investita e rimasta ferita in mezzo alla strada. E’ sucesso qualche giorno fa, e l’animale che ha riportato la frattura a una zampa è stata soccorsa e medicata. Attualmente si trova in una stalla dove viene assistita per poi essere nuovamente liberata nella stessa zona dove è avvenuto l’incidente. Si tratta di uno dei tanti investimenti che solitamente risultano poi mortali, che avvengono anche nel Perginese.

Stavolta è andata tutto sommato bene, sia per l’animale che per l’investitore che era in sella alla propria moto. Stava percorrendo una strada del colle Zucar nei pressi nell’ex Villa Rosa, quando il capriolo (femmina) gli ha attraversato la strada improvvisamente facendolo rotolare a terra. L’animale con la zampa spezzata è pur rimasto a terra. Avvertito Giuliano Andreatta (rettore della Riserva cacciatori di Pergine) sono intervenuti i vigili del fuoco volontari Pergine che hanno recuperato l’animale portandolo nell’ambulatorio del medico veterinario Giovanni Monsorso. La zampa e stata steccata e la femmina di capriolo portata in una stalla. Fra un mese tornerà libera. Le sono stati applicati un paio di orecchini per identificarla.

L’evento ci è stata raccontato dal rettore Andreatta che con l’occasione ha illustrato anche un bilancio della situazione al termine della stagione venatoria. Per quanto riguarda la caccia ai cinghiali, «siamo a quota 30, dice Andreatta, 24 abbattuti sul versante della Marzola e 6 nella zona delle Canzane alla base del Monte Orno». Per l’altra selvaggina, a livello di Riserva, sono stati abbattuti due cervi maschi, due cervi femmina, 30 caprioli maschi e 24 caprioli femmina; inoltre, anche un camoscio. In vista dell’arrivo della neve, la Riserva ha provveduto a riempire le mangiatoie dopo averle sistemate. In Panarotta, le mangiatoie sono 4 e realizzate per i cervi (per i caprioli sono differenti), un’altra è stata allestita (e riempito) nei boschi a monte di Susà. «Nel prossimo gennaio ripeteremo l’operazione», conclude il rettore.













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