LA SENTENZA

Omicidio Obrist, confermata la condanna a 30 anni per Badr

Il 21 agosto 2017 Badr uccise la convivente Marianne Obrist con una mazza da baseball ed un coltello a Bressanone



BOLZANO. La Corte d'assise d'appello di Bolzano ha confermato la sentenza di condanna a 30 anni a carico di Rabih Badr, il 34enne marocchino condannato in primo grado a 30 anni per omicidio volontario aggravato. Il 21 agosto 2017 Badr uccise la convivente Marianne Obrist con una mazza da baseball ed un coltello, nell'abitazione della donna a Bressanone. Non è stata confermata l'accusa di recidiva per resistenza che però non modificava l'entità della pena. I difensori di Rabih Badr hanno annunciato ricorso in Cassazione.

In primo grado Badr, cittadino marocchino regolarmente residente in Italia, era stato condannato dal giudice bolzanino Peter Michaeler all'ergastolo, con pena ridotta a 30 anni solo in virtù del rito abbreviato, pena che è stata oggi confermata anche dai giudici di secondo grado (presidente Silvia Monaco). La Corte, rispetto alla precedente sentenza, ha solo escluso la recidiva (l'imputato aveva un piccolo precedente, per resistenza), ma senza alcuna conseguenza concreta sul calcolo della pena, che resta invariata. Confermate le altre aggravanti di questo omicidio volontario: abuso della relazione di coabitazione, sevizie e crudeltà. Gli avvocati difensori, dello studio Moccia, hanno già annunciato ricorso in Cassazione. Nel motivare la sentenza di primo grado, il giudice Michaeler aveva scritto: «il movente di fondo va ricercato nella diversità culturale di Badr, nell'ambito della quale la donna è un essere completamente sottomesso all'uomo. Badr è portatore di un bagaglio culturale fondamentalista, inconciliabile con la vita che conduce la donna occidentale».













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