L’indagine

Nuovo ospedale di Trento, due indagati per turbativa d'asta: perquisizioni in Provincia e nella sede della Guerrato

La Procura di Trento ipotizza la falsità della proposta di finanziamento da 140 milioni presentata dalla società a corredo dell’offerta



TRENTO. Non c’è pace per il Nuovo ospedale del Trentino. Sotto la direzione della Procura distrettuale di Trento la Guardia di finanza ha eseguito delle perquisizioni a Rovigo, presso la sede della Guerrato, società nominata "soggetto promotore del progetto" nella gara (base d'asta di circa 1,7 miliardi di euro) bandita dalla Provincia  di Trento per la progettazione e costruzione del Nuovo ospedale di Trento, il maggior polo sanitario della Regione Trentino Alto Adige, e la gestione (per 25 anni) dei servizi correlati.

Oltre alle perquisizioni, estese anche all'abitazione dell'amministratore pro tempore, Antonio Schiro, che è indagato - precisa la Guardia di finanza - sono stati acquisiti documenti anche presso gli uffici della Provincia di Trento, interessati dalla procedura concorsuale. È indagato anche Rosario Fiorentino, attuale amministratore della società maltese Auriga.

I reati ipotizzati dalla Procura distrettuale di Trento sono turbativa d'asta e falso ideologico commesso da privato in atto pubblico, per avere utilizzato un mezzo fraudolento al fine di turbare la gara relativa al Nuovo ospedale di Trento, mediante la sottoscrizione e presentazione di una falsa attestazione di finanziamento la cui eventuale assenza avrebbe costituito elemento di esclusione dalla gara. Viene contestato anche l'esercizio abusivo di attività finanziaria, per la mancata autorizzazione della società maltese a concedere finanziamenti in Italia. 

Le indagini si sono focalizzate sulla ipotizzata falsità della "proposta di finanziamento" per un valore di circa 140 milioni di euro, presentata dalla società, a corredo della propria offerta per l'affidamento dei lavori pubblici proprio attraverso Auriga, società di gestione del risparmio con sede a Malta.

Secondo la ricostruzione degli investigatori del Nucleo di polizia economico finanziaria di Trento, avvalorata anche dai riscontri eseguiti in territorio maltese grazie ad uno specifico Ordine di indagine europeo emesso dalla locale Procura distrettuale, la società maltese non soltanto sarebbe priva dei requisiti patrimoniali atti a garantire realmente la stazione appaltante, ma non sarebbe nemmeno autorizzata a concedere finanziamenti, essendo la propria attività svolta in Italia (senza una stabile organizzazione) limitata esclusivamente al mero servizio di "gestione portafogli".

Gli inquirenti trentini sono giunti a tale esito dopo aver analizzato i bilanci, acquisiti all'estero, della Sgr maltese, svolgendo parallelamente indagini bancarie e avvalendosi anche del qualificato supporto delle Autorità di Vigilanza competenti in materia ovvero Banca d'Italia e Consob.













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