Incontro sulla “frontiera nascosta”  

Tret e Proves, vicini lontani

Alta val di non. “La grande e la piccola frontiera nascosta. Il confine linguistico-culturale dell’Alta Anaunia nello sguardo degli antropologi" è il titolo della serata di domani alle 20.30, nella...



Alta val di non. “La grande e la piccola frontiera nascosta. Il confine linguistico-culturale dell’Alta Anaunia nello sguardo degli antropologi" è il titolo della serata di domani alle 20.30, nella sala riunioni del Comune di Proves, nell’alta valle di Non tedesca. Relatore Gianni Kezich, direttore del Museo degli Usi e dei Costumi della Gente Trentina, che nel 1993 aveva dato alle stampe la versione italiana del volume del celebre "The Hidden Frontier: Ecology and Ethnicity in an Alpine Valley" sulla "frontiera nascosta" che separa in val di Non le comunità di Tret e St. Felix. Pubblicato nel 1974 a Londra dagli studiosi nord americani John W Cole e Eric R. Wolf, rimane un testo attuale, conosciuto e dibattuto. Nel volume i due studiosi dopo un lungo soggiorno in Alta valle di Non hanno descritto la linea impercettibile fisicamente ma culturalmente impermeabile che divide (divideva?) gli abitati di Tret (frazione di Fondo, lingua italiana) e san Felice (di lingua tedesca). Piccole comunità contadine di lingua romanza (quella della valle di Non italiana che adesso rivendicano il riconoscimento di minoranza ladina) insediate fianco a fianco a comunità germanofone, lungo una ‘frontiera nascosta’ tanto linguistica quanto culturale. Perché, in presenza di condizioni ambientali simili, le culture dell’uomo possono essere tanto diversificate? Da un’ormai classica ricerca sul campo svoltasi a Tret e a St. Felix, il volume rappresenta una delle risposte più qualificate e autorevoli nell’ambito dell’antropologia contemporanea. La presentazione è ad ingresso libero ed in lingua italiana e si svolge rispettando le disposizioni vigenti in materia di emergenza Covid-19. G.E.















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