Scempio di animali al biotopo 

La denuncia del naturalista. I lavori eseguiti ai laghetti di Ruffré secondo Sergio Abram sono stati troppo invasivi  e intempestivi. «Si poteva lasciare almeno una parte delle trote. Con lo svuotamento distrutti gli insetti acquatici»


Giacomo Eccher


Ruffré. Un’oasi di biodiversità tra le più preziose e ricche della valle che meriterebbe più attenzione e più cura. Parliamo dei due laghetti di Ruffré, un biotopo naturale che con la realizzazione dei due invasi da un verso ha acquistato visibilità ed attrattività turistica ma dall’altro, se non si interviene con adeguati provvedimenti di salvaguardia, rischia di alterarsi e di perdere una ricchezza di insetti, di animali e di uccelli tre le più rare ed importanti non solo della valle e del Trentino, ma dell’intero Arco Alpino. Questa almeno l’opinione del naturalista Sergio Abram che quasi ogni giorno da Ronzone, dove abita, raggiunge la località per osservare ed ammirare una incredibile ricchezza naturale.

Ma c’è un ma, i lavori che in successione hanno interessato i due laghetti e che sono seguiti sotto la vigilanza degli appositi uffici di sorveglianza naturalistica della Provincia oltre che naturalmente dal Comune di Ruffré Mendola, che è il titolare dell’area e che sta scommettendo molto turisticamente su quest’area anche come possibile pesca sportiva.

Gli interventi

Il laghetto grande stato svuotato lo scorso anno, verso la fine di settembre, per procedere all’esecuzione di lavori ritenuti necessari, perché in inverno, sulla strada accanto, si notavano delle crepe. Stessa sorte anche per il laghetto piccolo, dove è stata completata nei giorni scorsi l’impermeabilizzazione del fondale e della sponde.

Quattro anni buttati via

«Secondo me il laghetto maggiore non occorreva svuotarlo tutto, ma solo una parte lasciando in loco almeno parte delle circa 350 trote della forma fario, di cui una di circa 4 kg, giunte spontaneamente nell’invaso, provenienti dal rio sottostante e salite nel periodo della frega. Ma questa è una considerazione che si fa sempre col senno di poi. Con lo svuotamento completo è stato distrutto l’equilibrio che il lago maggiore aveva acquisito nel corso di circa 4 anni ed è avvenuta la moria di milioni di larve d’insetti acquatici di numerose specie che avrebbero assicurato la crescita dei pesci, quella di uccelli palustri e di altri che vivono nelle vicinanze, dei girini che a decine di migliaia abitano il lago maggiore, in primavera, prima della metamorfosi» - afferma Abram.

Tra la fine di aprile e maggio, i lavori hanno interessato anche il lago piccolo, proprio nel momento più critico per la riproduzione delle anatre che, in ogni caso, non sarebbe avvenuta nelle immediate vicinanze di questo invaso. «Il trambusto per le opere in corso ha causato stress tra i palmipedi che hanno deposto uova qua e là, fuori dai nidi, nei pressi delle rive di entrambi gli invasi. Molte femmine di germano hanno ritardato la deposizione nei nidi, alcune rimarranno senza covata, mentre due, che inizialmente avevano rispettivamente tre e cinque pulcini (covate molto ridotte già in partenza), sono rimaste con uno solo».













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