Ridurre l’impatto dei pesticidi con satelliti, capsule e api 

Serata informativa a Cloz. Docenti universitari e ricercatori hanno illustrato una serie di soluzioni tecnologiche per ridurre fino al 70% la deriva, per rendere sterili gli insetti dannosi e per veicolare gli agrofarmaci in modo selettivo


Carlo Antonio Franch


Cloz. In una serata informativa a Cloz si è parlato dell’agricoltura di precisione, che permette di ridurre di molto l’impatto ambientale e la deriva dei fitofarmaci del 70 per cento, oltre che di abbattere i costi di produzione. Il filo conduttore è stato: “Dove serve, quando serve, e se serve”. L’incontro è stato organizzato dal Circolo Pd Val di Non, in collaborazione col gruppo consiliare Pd di Revò. Mauro Keller, presidente dell’Ordine dei giornalisti del Trentino Alto Adige, l’ha introdotto e ha presentato i relatori.

Controllo dallo spazio

Roberto Battiston, già presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, ora professore ordinario di Fisica sperimentale a Trento, ha spiegato come la fitta rete di satelliti dallo spazio osservano la terra e con alta precisione possono individuare le malattie delle piante, le carenze di acqua e di fertilizzante. La gran mole di dati raccolta può essere elaborata con algoritmi che permettono di dosare gli agrofarmaci e l’acqua per l’irrigazione in maniera mirata, riducendone di molto la quantità impiegata.

Piante più forti

Anche la ricercatrice Stella Grando, docente di genetica al Centro Agricoltura Alimenti Ambiente (C3A) dell’Università di Trento e Fondazione Edmund Mach, sulla stessa lunghezza d’onda, ha trattato un tema molto complesso, parlando di ricerca One-Health italiano, che si occupa di agricoltura, alimentazione e ambiente, di incroci delle piante per renderle geneticamente più forti e resistenti. Inoltre ha parlato della diagnostica delle malattie delle piante e della loro cura attraverso la ricerca, oltre che dei sistemi per rendere sterili gli insetti dannosi, come ad esempio la terribile cimice asiatica e ridurre drasticamente la loro proliferazione.

La ricercatrice Marta Bonaconsa, biologa, cofondatrice dell’azienda “Nanomia”, ha trattato un argomento che ha destato molto interesse fra il pubblico: l’uso di una tecnologia di incapsulamento di principi attivi come fertilizzanti, biostimolanti, pesticidi, insetticidi e erbicidi, prettamente organico, cioè completamente biocompatibile e biodegradabile nell’ambiente. L’agrofarmaco viene veicolato in maniera selettiva verso la malattia della pianta, in quantità drasticamente ridotta e con pochissima dispersione nell’ambiente.

Ha preso poi la parola Michele Eccel, fondatore dell’azienda “Leonardo technology”, che ha illustrato una serie di attrezzature altamente sofisticate al servizio dell’agricoltura che permetterebbero di portare grandi miglioramenti nelle coltivazioni.

Francesco Moratti, presidente Apicoltori Val di Sole, e Sergio Angeli, professore aggregato presso la Libera Università di Bolzano, hanno illustrato il biomonitoraggio delle qualità ambientali che si sta facendo in Val di Sole utilizzando l’ape mellifera. Le api perlustrano il territorio portando nell’arnia del polline che viene analizzato. Tutti gli elementi raccolti permetteranno di fare una mappatura del territorio e indicare dove ci sono le maggiori quantità di elementi inquinanti.

I frutticoltori

I rappresentanti dei frutticoltori intervenuti, Gianluca Barbacovi, presidente Coldiretti e Aldo Menghini, presidente Consorzio Terza Sponda, hanno molto apprezzato la serata per l’alto contenuto e per le proposte concrete avanzate. Giuliano Pezzini, presidente di Futuro sostenibile, ha spiegato le ragioni per cui risulta oggi strategico far coincidere il rispetto delle risorse ambientali con la produzione di beni. Al termine, un ricco buffet preparato dalle Donne rurali di Cloz.















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