«La politica va restituita ai cittadini» 

Ivano Job, da Dimaro Folgarida al Consiglio provinciale con la Lega: «Unico solandro in maggioranza, stimolo in più»


di Fabrizio Brida


DIMARO FOLGARIDA. Ivano Job della Lega, 46 anni, è il volto solandro del nuovo Consiglio provinciale. Albergatore da una vita (a 19 anni aveva già il suo primo albergo in affitto), Job si è sempre occupato del settore turistico, tanto da essere anche consigliere dell’Apt Val di Sole. Appassionato di caccia, il nuovo consigliere provinciale vive a Presson, frazione del Comune di Dimaro Folgarida, di cui fino a poco tempo fa era assessore con delega ai lavori pubblici. Poi la scelta di rassegnare le dimissioni, visto l’impegno elettorale, onde evitare di trascurare la carica.

«È stata una decisione difficile da prendere - rivela - Mi trovavo bene in Comune e con la giunta avevamo intrapreso un percorso nuovo e stimolante dopo la fusione. Avevamo diversi lavori in programma, oltre a quelli che abbiamo già portato a termine. A tutto il consiglio comunale vorrei augurare un ottimo lavoro. Seppur in vesti diverse, io rimango a disposizione». Ad attendere Ivano Job c’è ora una nuova sfida. Altrettanto eccitante, se non di più. Si era posto come obiettivo quota 1.000 voti e ne ha ottenuti 1.047, di cui 785 solo nella sua valle. Obiettivo raggiunto, dunque. «Certamente, anche se il risultato più importante è la vittoria di Fugatti, per portare avanti una politica di cambiamento», dichiara Job.

Questa vittoria così netta del centrodestra e della Lega in particolare di che cosa è figlia?

«È figlia di due situazioni. Da una parte Trento si è dimenticata dei comuni più piccoli, delle valli, delle piccole comunità. Si parla tanto del centralismo di Roma, di Salvini che comanderebbe Fugatti. Tutte falsità, il vero centralismo era della Provincia nei confronti dei piccoli Comuni. Autonomia vuole dire anche questo: dare la possibilità ai Comuni di gestirsi autonomamente. Poi credo abbiano influito molto il carattere e lo stile politico di chi ci ha amministrato prima, che ha sbagliato totalmente l’approccio e le modalità. Ho visto lavorare in maniera incomprensibile la giunta precedente. L’unico assessore che si è mosso per il cambiamento, pur commettendo qualche sbaglio, è stato Daldoss».

In Val di Sole, nonostante la vittoria del centrodestra non sia stata in discussione, con una percentuale in linea con quella provinciale, il Patt è comunque risultato il primo partito, proprio davanti alla Lega.

«Il Patt anni fa portava a casa oltre 4 mila voti (ora 2.435, ndr), è sotto gli occhi di tutti il fatto che stia retrocedendo, così come lo è il successo incredibile della Lega. Il numero dei consensi del Patt, poi, è stato figlio della candidatura di una persona in gamba come Luciana Pedergnana, premiata anche dal fatto che si occupa di temi legati agli anziani, al sociale. A lei, in maniera molto tranquilla, l’avevo anche detto: “Sei un’ottima persona nel momento e nel partito sbagliato”».

Ora che il centrodestra si è insediato in Consiglio provinciale, che cosa cambierà?

«Per prima cosa mi auguro che ci sia un miglioramento dei rapporti tra la politica e i cittadini. La speranza è che i trentini si riavvicinino alla vita politica, che sentano come loro le decisioni, non che le subiscano. Con l’impegno che ogni scelta sia fatta in loro favore. Tutto ciò che esce dall’aula del Consiglio deve scaturire da un ottimo rapporto tra la Provincia e la cittadinanza. Mi batterò per questo».

Lei sarà l’unico solandro a rappresentare la forza di governo. Un motivo d’orgoglio ma anche una bella responsabilità.

«Certo, sarà uno stimolo in più. Quando ci si mette in gioco c’è la voglia, ma anche il dovere, di darsi da fare».

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