I voli africani di Gius con Italo Balbo 

I figli dell’aviatore, che a Malosco aveva un negozio, scoprono la vita misteriosa del padre in un documentario su Rai Tre


di Giacomo Eccher


MALOSCO. Una grande emozione e il velo squarciato sul ricordo del padre Ermenegildo Gius detto Gildo, classe 1912, morto nel lontano 1985. L’emozione è quella provata da Maddalena Gius e dai familiari nel riconoscere il padre Gildo nei fotogrammi del documentario sul Italo Balbo (1896 – 1940) andato in onda alcune settimane fa su Rai Tre, in una puntata di “Passato e Presente”, programma di storia curato da Paolo Mieli.

Le immagini ritraevano Gius, allora pilota dell’aviazione militare italiana nella guerra d’Africa, dopo un atterraggio nel deserto con accanto il comandante Balbo, noto trasvolatore sull’Atlantico e uno dei volti più noti del ventennio fascista, abbattuto con il suo aereo nel 1940 dalla contraerea italiana, non si sa se per errore o volutamente. Ma anche altre scene in Africa con Balbo e con il maresciallo Badoglio, che ha trasportato con il suo aereo. «Il papà non ci ha mai detto nulla della sua vita di pilota militare, qualcosa abbiamo saputo indirettamente da nostra madre che ha conservato alcune foto di quelli anni» - racconta Maddalena, figlia maggiore di Gildo che dopo la guerra ed il ritorno a casa, a Malosco ha condotto il negozio di “generi misti”.

Una vita avventurosa quella di Gius, nata quasi per caso. «Dopo il diploma di perito meccanico a Trento, mio padre era partito per Roma per fare due concorsi, alle Ferrovie dello Stato e all’Aeronautica. Li ha superati tutti e due ma ha scelto di fare l’aviatore: aveva una grande passione per il volo ed è diventato pilota militare. Come aviatore è stato impiegato sia nella Guerra d’Abissinia e poi, durante la seconda guerra mondiale, anche nell’Africa settentrionale in Libia. Altro non diceva» - ricorda Maddalena. Lei, classe 1940, la guerra la ricorda benissimo anche se era bambina con il terrore del Pippo, il ricognitore notturno che dall’alto spiava le luci e gli obiettivi da bombardare. L’immagine del padre, in quegli anni di guerra, nei suoi ricordi è sfocata. Lui a Malosco non c’era, vi tornava solo sporadicamente per qualche breve licenza.

Poi, finita la guerra, per alcuni anni aveva fatto l’istruttore di piloti militari a Falconara (Ancona) e quindi era passato nella riserva: pagato come se fosse in servizio e quindi a disposizione per un possibile richiamo in caso di bisogno. «In quel periodo, piuttosto che rimanere con le mani in mano, papà era tornato a Malosco pur rimanendo a disposizione dell’aeronautica e gestiva il negozio di generi misti lasciato da una zia» - ricorda Maddalena. Da commerciane dietro il banco, e nemmeno in famiglia, Gildo della vita militare non parlava mai. La curiosità dei piccoli Gius (oltre a Maddalena un fratello, Alberto, classe 1945, già sindaco del paese e Paola, nata nel 1947) in parte veniva soddisfatta, ma con il contagocce, dalla madre Ederina Bollorè, goriziana, che Gildo Gius aveva conosciuto e sposato mentre era in servizio militare a Ronchi dei Legionari, nel Friuli. Dai racconti della madre hanno appreso dell’amicizia del papà con Italo Balbo. «Il papà non è mai stato iscritto al fascio. Durante la guerra d'Abissinia con un abile atterraggio aveva salvato l'equipaggio e i soldati a bordo. Un’operazione premiata dal regime con la croce d'argento al valor militare, che però invece che al pilota è stata consegnata al motorista!» - conclude Maddalena.













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