Giovani agricoltori

Gianluca, il geometra che ha scelto di coltivare le mele di famiglia

Bonvicin, 31 anni, con il papà e il fratello guida una tra le poche aziende nonese fuori da Melinda: “Impensabile oggi fare frutticoltura senza pensare all’ambiente” 


Carlo Bridi


BANCO. La storia che raccontiamo oggi è quella classica di un giovane frutticoltore di una delle zone più vocate della Val di Non alla frutticoltura di qualità, la zona di Banco-Casez.

Si tratta di un giovane con il diploma di geometra in mano ma che per poter accedere al premio d’insediamento ha dovuto iscriversi al corso delle 600 ore organizzato dalla Fem per l’ottenimento del brevetto professionale. 

Parliamo di Gianluca Bonvicin, 31 anni, che fin da bambino non ha mai avuto dubbi sul fatto che dopo le scuole superiori avrebbe fatto il frutticoltore. Certo, non in un’azienda qualsiasi, ma in un’azienda ben strutturata fra le poche in valle che non ha aderito a Melinda secondo una vecchia tradizione famigliare, ma vende direttamente tutta la propria produzione di mele e di mirtillo direttamente sul mercato.

Il mercato per le mele copre quasi tutta l’Italia, con prevalenza il Nord, ma anche il centro Italia. "Fino ad ora – afferma Gianluca – non abbiamo mai avuti problemi di pagamento, tutti i nostri acquirenti hanno sempre pagato le mele ritirate con grande puntualità. Se succede qualche raro caso di ritardi che ci fanno insospettire, lasciamo perdere il cliente”.

Parliamo di un’azienda di circa 8 ettari, molto superiore alla media della Val di Non, dei quali 7,5 sono coltivati a mele e 0,5 ettari a mirtillo. Questo appezzamento si trova a Salter a poco meno di 1000 metri di quota in modo che si possono fregiare dell’appellativo di mirtilli di montagna. Anche questi vengono venduti direttamente alle grandi catene della GDO del Trentino con margini di grande soddisfazione, precisa Gianluca. L’azienda è divisa in una quindicina di appezzamenti ma complessivamente sono quasi tutti di dimensioni interessanti per la Val di Non.

"Non dimentichiamo – osserva Gianluca - che siamo in una valle dove il frazionamento dei terreni è molto spinto, inoltre molti di questi terreni sono in pendenze anche molto impegnative con grosse difficoltà di lavorazione. Ma sono proprio quei terreni che danno la migliore qualità delle nostre mele”. Le varietà di mele in ordine decrescente sono: Golden Delicious, Fuji, Gala, Renetta Canada e Red Delicious.

L’azienda dall’inizio dell’anno è gestita in forma societaria: una società semplice agricola della quale sono soci oltre a Giuanluca, il papà Franco ed il fratello Massimo. “Fra di noi – sottolinea Gianluca - c’è un’ottima intesa che ci permette di lavorare in armonia e con grande soddisfazione”.

Fra i progetti futuri c’è l’ampliamento ed il consolidamento dell’azienda, operando là dove è possibile anche ad un maggior accorpamento. Gianluca ha anche un sogno nel cassetto, “quello di farmi una bella famiglia, per dare continuità alla nostra azienda”. “Ma vogliamo proseguire anche nella diversificazione produttiva, l’impianto di 5000 metri di mirtillo è stato una scelta molto impegnativa, e dopo tre anni abbiamo ancora problemi ma la coltivazione fuori suolo ci sta dando buone soddisfazioni anche dal punto di vista commerciale”.

Alla classica domanda se dopo 12-13 anni dalla scelta è pentito di aver fatto il frutticoltore, “assolutamente no  – è la risposta di Bonvicin - farei molta fatica a fare qualsiasi altro lavoro che non sia questo”.

A breve non appena vedrà l’opportunità, farà anche la domanda per l’ottenimento del premio d’insediamento, cosa che non ha ancora fatta.

E i rapporti con l’ambiente? “Sono convinto, afferma Gianluca, che fare il frutticoltore negli anni 2000 senza una grande attenzione all’ambiente sia un grande errore da non commettere. Credo che una grande attenzione all’impatto ambientale sia una pre condizione per fare il frutticoltore”. Chiediamo se con queste convinzioni ha mai pensato di trasformare l’azienda in azienda biologica, molto articolata la risposta: “Abbiamo pensato molte volte alla scelta del biologico, ma abbiamo concluso che secondo noi non è questa la soluzione al problema di una frutticoltura con minor impatto ambientale, la strada secondo noi è quella dell’abbandono della chimica nei diserbi sostituendola con il diserbo meccanico, e l’introduzione delle varietà resistenti che hanno dimostrato di avere caratteristiche adeguate anche dal punto di vista organolettico e produttivo e conseguentemente di mercato. In valle di Non ci sono dei bellissimi esempi in merito.

Certo, ci sono anche degli aspetti negativi a gestire un’azienda così impegnativa, ad esempio c’è poco tempo per il sociale, ma anche nel coltivare gli hobby, qualche bella sciata l’inverno e basta”. Sentimentalmente Gianluca è legato, ha una compagna, Ilaria, che lavora in banca.

“La mia scelta è stata vista come ovvia anche da molti miei colleghi geometri, d’altro canto nel piccolo paese di Banco vi sono diversi giovani che proseguono nella gestione delle aziende di famiglia”, conclude Gianluca.













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