Domani l’addio a Cesare Rizzi una vita spesa per gli altri 

Il lutto. Operatore del 118 di Cles e volontario della Croce Bianca Rotaliana, abitava a Trento ma era originario di Campitello di Fassa. Aveva 53 anni. Lascia sei figli e la compagna Alessandra


Giacomo Eccher


Cles. Domani alle 10 nella chiesa di Cristo Re a Trento l’ultimo saluto a Cesare Rizzi, 53 anni, operatore del 118 in forza all’organico di Cles oltre che soccorritore volontario, sempre in prima linea, nella Croce Bianca Rotaliana. Originario della valle di Fassa, dove aveva svolto i primi anni di quella che sarebbe diventata la professione della sua vita, lascia sei figli di cui quattro minorenni, ed un gran vuoto nelle persone che lo hanno conosciuto ed apprezzato come collega e volontario, e in quanti, innumerevoli, che gli devono magari la vita e la salute. A strapparlo alla vita è stata un’emorragia celebrale che lo ha colpito mentre era degente in un clinica di riabilitazione dopo un problema cardiaco, ma nonostante l’immediato ricovero al Santa Chiara di Trento non ce l’ha fatta.

La notizia della sua scomparsa ha percorso come una frustata la vigilia di questo Natale già così triste di suo ed ha stretto colleghi ed i tanti amici di soccorso attorno alla sua giovane famiglia. Una vita breve ed intensa quella di Cesare, trascorsa a bordo delle ambulanze tra sirene ed emergenze. Una vera missione sia nella professione che nel tempo libero che divideva con l’altra sua passione, le auto d’epoca di cui seguiva come cronometrista le prove, così come faceva anche per le gare di sci, quando c’era bisogno. Una disponibilità a fare per gli altri iniziata fin da giovane per lui, che nativo di Campitello di Fassa, si era ben presto inserito come operatore volontario nella squadra di soccorso della Croce Bianca di Canazei. Lasciata la sua valle si era trasferito in città continuando il lavoro nella rete provinciale del soccorso ed approdando, come volontario, nelle file della Croce Bianca Rotaliana nella cui sede a Mezzolombardo ieri è stata allestita la camera ardente.

«Molto più che un collega, un vero amico che camminandoti al fianco dava sicurezza e coinvolgeva con la sua innata generosità. Un vero professionista con gentilezza e competenza che proiettava anche nel mondo del volontariato a cui dedicava gran parte del suo tempo libero, per lui la cosa più naturale del mondo» - lo ricorda il collega volontario Josè Uguzzoni, della Croce Bianca Rotaliana, mentre il presidente dell’associazione, Luca Dellantonio ne ricorda l’impegno generoso anche come istruttore. In organico al 118 provinciale dislocato all’ospedale “Valli del Noce” di Cles, era molto apprezzato anche al di là dei normali turni di lavoro, in questi ultimi mesi particolarmente pesanti. «Con Cesare un’amicizia che andava ben oltre il lavoro, e per tutti noi una grande perdita» - lo ricorda Nicola Arnoldi, viceresponsabile del 118 di Cles e collega nella Croce Bianca Rotaliana, oltre che stretto amico di famiglia tanto da essere il padrino di due dei suoi figli più giovani.

Cesare lascia la mamma Pinuccia, i figli maggiori Jimmy ed Arianna, i più giovani Deborah, Aurora, Gabriele ed Elisa rispettivamente di 17, 15, 7 e 2 anni con la compagna Alessandra, che ha un lavoro part-time e che si trova ora da sola con una famiglia così giovane e numerosa. Per questo la Croce Bianca, ed i colleghi del 118, hanno avviato una raccolta fondi per aiutare Alessandra nella difficile strada che l’attende senza il suo amato Cesare.













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