Distrutti gli impianti di un lago ai Masi di Ruffré 

Opera dei vandali. Il sindaco: «Devono aver fatto diverse immersioni per fare quel disastro». Per rimediare, con costi da quantificare, il Comune ha dovuto svuotare completamente l’invaso


Giacomo Eccher


Ruffré. È tornata l’acqua nel più piccolo dei due laghetti che una settimana fa era stato svuotato dopo che era stato letteralmente distrutto l’impianto di ossigenazione. Un’azione di puro vandalismo – come conferma il sindaco Donato Seppi – che ha provveduto a far ripristinare l’impianto e quindi a far tornare il livello nell’invaso.

Giovinastri

«I vandali – presumibilmente ragazzi o giovinastri che non avevano di meglio da fare per rompere la noia di una vacanza in montagna – devono aver ‘lavorato’ per oltre un’ora e mezza con diverse immersioni sott’acqua per fare tutto quel disastro! Infatti hanno strappato le tubazioni per l’ossigenazione, distrutto il compressore e messo fuori uso le griglie di scarico» spiega il primo cittadino. Con un danno che dal punto di vista economico non è ancora stato completamente quantificato ma data anche l’alta stagione turistica, l’amministrazione si è subito preoccupata di ripristinare il laghetto che assieme al ‘gemello’ più grande si sta via via confermando un’attrazione importante e non solo per Ruffré, ma per l’intera Alta Anaunia.

L’allarme

Tornando al vandalismo, ad accorgersi che qualcosa non andava era stata Giannina Cucchi che da 5 anni gestisce il Bait del Pizzagn, locale pubblico realizzato dal Comune a ‘presidio’ dei due laghetti. Arrivata di buon’ora per aprire il locale, ha visto galleggiare sullo specchio d’acqua le tubazioni che servivano per l’ossigenazione dell’invaso. Subito ha avvertito il Comune che ha immediatamente provveduto a svuotare il laghetto e quindi, dopo i sopralluoghi di rito, ad aggiustare ciò che era stato danneggiato il tutto. Ora l’acqua è nuovamente tornata al livello consueto, ma crescerà ancora di più l’attenzione per prevenire altri atti di vandalismo.

Più controlli

«Saranno incrementati i controlli contro la balneazione, che è vietata. I due laghetti sono un decoro dell’ambiente in un’importante zona naturalistica a biotopo, lasciamola così, chi vuole fare il furbo e fregarsene dei divieti pagherà le conseguenze» - afferma Seppi. «Per questo l’amministrazione provvederà ad effettuare controlli a campione ovviamente a sorpresa. Chi verrà colto non rispettare i divieti verrà adeguatamente sanzionato» - afferma il sindaco. Quanto al vandali che hanno causato il danno, l’ipotesi più plausibile è che si tratti di ragazzi o giovani tra 14 – 16 anni ospiti di qualche colonia o struttura ricettiva. «Non so se saranno scoperti, di sicuro se ci riproveranno troveranno pane per i loro denti» - assicura il sindaco. E mette nel mirino la poca o quanto meno troppa scarsa educazione al rispetto del bene pubblico che i giovani imparano a scuola. «Anni di lassismo dove impera solo la cultura del diritto e non del dovere!» sostiene Seppi.

I laghetti dei Masi di Ruffré è uno dei progetti di valenza pubblica portati in porto da Patto territoriale dell’Alta Valle di Non. Si trovano in una sorta di anfiteatro naturale a valle del paese con le Dolomiti di Brenta sullo sfondo. Il primo laghetto, che ha una capacità di invaso di 37.708 metri cubi, è stato realizzato mediante l’allargamento dell'alveo del rio Freddo, il secondo bacino, più piccolo e con una capacità di 3.283 metri cubi d’acqua, ha un destinazione turistico ludica per turisti e i residenti creando uno spazio di svago, balneazione (ora però vietata) e di ritrovo per le famiglie. Entrambi sono alimentati dal rio Freddo che scende dal Passo Mendola mentre a parte scorre il rio Diavola, troppo variabile e insicuro (lo dice anche il nome) nelle portate e per questo non immesso nei due laghetti.













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