fondo - a romeno hanno anche incontrato la popolazione 

Detenuti in licenza e studenti lungo il Cammino Jacopeo

FONDO. Ripetendo l’esperienza dello scorso anno con l’ottimo risultato ottenuto in fatto di condivisione e crescita reciproca, alcuni detenuti della Casa Circondariale di Spini di Gardolo,...



FONDO. Ripetendo l’esperienza dello scorso anno con l’ottimo risultato ottenuto in fatto di condivisione e crescita reciproca, alcuni detenuti della Casa Circondariale di Spini di Gardolo, accompagnati dal cappellano don Mauro Angeli e dal presidente dell’Associazione Anaune Amici del Cammino di Santiago, Remo Bonadiman, con tre studenti universitari hanno percorso il Cammino Jacopeo d’Anaunia breve, usufruendo di quattro giorni di libertà. «L’esperienza che abbiamo chiamato “Cammino della misericordia, – spiega Remo Bonadiman – abbiamo voluto ripeterla nonostante il grande impegno richiesto. In un primo tempo sembrava che potessero partecipare sei detenuti, ma poi, per problemi inerenti il percorso di riabilitazione, i magistrati hanno ritirato il permesso a tre di loro». Gli studenti universitari che li hanno accompagnati sviluppano progetti all’interno del carcere.

Il Cammino è iniziato a Sanzeno, dove padre Giorgio Silvestri ha illustrato le bellezze artistiche della basilica. Poi ci si è diretti a Salter, Romeno e a Fondo, dove è stato visitato il Museo dell’Acqua. «Approfitto per ringraziare don Carlo Crepaz che ci ha permesso di utilizzare l’oratorio di Romeno come punto logistico per tutti i quattro giorni – continua Remo Bonadiman- e i soci che hanno collaborato all’iniziativa».

Il secondo giorno è iniziato con la visita al Canyon Rio Sass ed è proseguito verso la Madonna di Senale. Il terzo giorno, con partenza dalla Madonna di Senale, attraverso la montagna, sono arrivati a Rumo dove Pio Fanti ha curato per loro la visita guidata, raccontando la storia e spiegando l’iconografia della chiesa di Sant’Udalrico, recentemente restaurata, con gli affreschi che sono tornati all’antico splendore. Il gruppo ha poi visitato il laboratorio dei fratelli Carrara, costruttori e restauratori di organi e clavicembali, che hanno messo a nuovo diversi organi delle chiese in Val di Non di grande valore storico. Il quarto giorno, da Rumo, con sosta per il pranzo all’Eremo di San Biagio ospitati dalla famiglia Facinelli, hanno proseguito fino a San Romedio, dove padre Giorgio Silvestri ha mostrato il santuario. In una saletta appartata tutti hanno espresso le loro riflessioni su questo cammino. I quattro giorni di libertà totale sono stati molto apprezzati dai detenuti che uscivano per la prima volta dopo tre anni di reclusione totale. Don Mauro Angeli, soddisfatto dell’ottimo esito di questa iniziativa, spiega: «È sicuramente un’iniziativa da ripetere se la struttura carceraria lo permetterà; è una linea guida su cui investire. È servita ai detenuti per riprendere contatti con la natura e rimettersi in armonia con l’ambiente: hanno gioito nel sentire il profumo di un bosco, della possibilità di rivedere gli scaffali di un supermercato. La condivisione della loro esperienza è stata utile per noi e per loro. Nel teatro di Romeno si sono incontrati con la popolazione locale, che li ha ascoltati in perfetto silenzio. Abbiamo fatto un percorso, siamo scesi negli abissi del Canyon (può rappresentare l’abisso interiore), per poi risalire sulle montagne più alte della Valle».

Anche Remo Bonadiman soddisfatto ha concluso: «Durante queste tappe abbiamo visto tre volti sereni, disponibili al dialogo e alla condivisione, rapporti che si sono sciolti e diventati amichevoli; un’esperienza da preparare con cura e ripetere se è possibile». (c.a.f.)













Scuola & Ricerca

In primo piano