Cinquecento firme per riaprire l’antico passaggio sul Tresenga 

La petizione. La chiusura del ponte sul torrente tra Nanno e Flavon, bloccato con cancello dal proprietario del terreno, è un abuso secondo i promotori, tra cui ex amministratori comunali


Giacomo Eccher


Nanno. Cinquecento le firme raccolte finora dalla petizione per riaprire al libero passaggio il secolare collegamento tra Nanno e Flavon oggi bloccato dal cancello messo in atto da un privato, ma la raccolta riprenderà dopo il voto amministrativo di settembre. «Una scelta di opportunità in questa fase in cui le amministrazione si stanno rinnovando, ma l’obiettivo rimane e andremo avanti fino in fondo per ripristinare un diritto antichissimo delle comunità di Nanno e Flavon e che ha anche un indubbio interesse per tutta la media valle di Non» - spiega uno dei promotori, l’ex sindaco di Nanno Renzo Cristoforetti.

Cristoforetti parla a nome del “Comitato di lavoro”, formato da cittadini dei comuni del Contà, di Ville d’Anaunia, di Cles e di Denno tra cui molti amministratori ed ex sindaci. E con settembre – anticipa – nelle sottoscrizioni verranno coinvolti pure i paesi del versante sinistro della valle, Segno, Taio e Dermulo in testa, che fanno capo al Comune di Predaia.

L’obiettivo, come detto, è far rivivere i vecchi sentieri che un tempo, quando si andava a piedi o a cavallo, per secoli hanno collegato le comunità sulle due sponde della Tresenga, affluente di destra del fiume Noce che fuoriesce dal lago di Tovel. Oggi la viabilità è tutta diversa ma questi percorsi antichi, proprio per il loro fascino e le testimonianze che lambiscono i ruderi dell’antichissimo castel Flavon e la suggestiva cappella del Conte, tanto per citarne un paio, che altrimenti non sarebbero visibili. «Il blocco abusivo impedisce dunque di godere del patrimonio naturalistico-ambientale, agricolo-forestale e storico, che le forre del Noce e della Tresenga possono offrire ai residenti innanzitutto e a coloro che da fuori guardano alla nostra Valle e che va pertanto tolto» - è scritto nella petizione che tra i promotori in prima fila con Cristoforetti schiera Albino Tolotti, già assessore alla cultura dell’ex comune di Flavon, e il geometra Giancarlo Breda, di Terres.

Come documenta Cristoforetti, fino agli anni Sessanta l’attraversamento del torrente Tresenga tra Nanno e Flavon avveniva sul vecchio ponte comunale travolto nel 1966 dall’alluvione che aveva flagellato tutto il Trentino. Per ripristinare il ponte ed preservare gli accessi da continui smottamenti il collegamento al ponte ricostruito era stato modificato andando ad interessare un terreno privato con vari proprietari senza mai creare ostacoli al passaggio. Poi questo terreno è stato acquistato da un contadino di Cunevo che ha chiuso il passaggio con un cancello. Un abuso bello e buono secondo i firmatari della petizione forti anche del rinnovato interesse per il recupero ad uso ciclopedonale nella media valle di Non di sentieri e strade alternativi alla trafficata viabilità. Il tutto in un contesto di rete per allacciare le bassa valle nella zona del Contà e di Denno agli esistenti “Percorsi d’Anaunia” (dalla Rocchetta a san Romedio) e la Forra di Santa Giustina.













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