Ciliegie, poche ma ben pagate 

Frutticoltura in Val di Non. Rispetto all’anno scorso, a causa delle gelate primaverili, la produzione Melinda è calata di oltre un terzo Il liquidato medio ai soci conferitori è aumentato di un euro al chilo (da 3,6 a 4,6). Un centinaio gli ettari coltivati, potranno aumentare del 5-6%


Giacomo Eccher


Val di non. Calo di produzione dalle 2.000 della campagna 2019 alle 1.400 di quest’anno, ma ricavi in crescita per i produttori con un aumento del liquidato medio che è passato dai 3,6 euro al kg di un anno fa ai 4,6. «Produzione falcidiata dalle gelate di primavera per quanto riguarda il quantitativo medio, ma la qualità è stata ottima grazie agli investimenti in reti anti-insetti ed antipioggia fatte dai nostri conferitori» - commenta il direttore marketing di Melinda, Andrea Fedrizzi, con cui abbiamo fatto un bilancio della stagione commerciale cerasicola. Delle circa 1.400 tonnellate, l’80% vengono da soci Melinda e sono commercializzata con il classico bollino blu, mentre il restante 20% da soci de “La Trentina” il cui prodotto arriva sui banconi dei negozi targato “amici di Melinda”.

Analizzando l’andamento del mercato nazionale, la produzione di ciliegie in Italia quest’anno è stata complicata non solo in Trentino ma un po' in tutto il paese ed in particolare in Puglia e a Vignola, la capitale emiliana di questi piccoli frutti. «Il calo di produzione a Vignola ed il Puglia invece che agevolare chi, come Melinda, arrivava sul mercato in tempi successivi, in realtà ha deprezzato i consumi con un impatto anche sulla nostra produzione che in anni normali arriva al consumatore in tempi in cui il grosso della produzione italiana, di pianura, è già in esaurimento» - sottolinea Fedrizzi.

Minor prodotto dunque ma resa maggiore come ci conferma un produttore dell’Alta Val di Non che non ha subito danni da freddo e raccolto una media di 200 quintali di ciliegie a ettaro (2 vagoni). Una remunerazione di cui possono ritenersi soddisfatti anche gli altri cerasicoltori che hanno prodotto una quantità minore di ciliegie ad ettaro. Tutti i conferitori infatti hanno già ricevuto da Melinda il 60% di una remunerazione di 4,60 euro a kg. Tra le novità, anche se con un quantitativo relativamente basso seppure significativo in proiezione mercato, è da segnalare che quest'anno per la prima volta le ciliegie Melinda, oltre alle due storiche varietà Kordia e Regina, hanno visto l’esordio della Giant Red, una ciliegia più precoce delle altre due e quindi che si inserisce nel momento migliore del mercato cerasicolo, legato maggiormente ai mesi di giugno e luglio. «Questa varietà consente a Melinda di essere sul mercato anche nel momento clou ed ai frutticoltori di operare la raccolta in un tempo altrimenti inattivo o quasi»- sottolinea Fedrizzi.

Quanto agli sviluppi, attualmente gli ettari coltivati a ciliegia in val di Non sono un centinaio e con queste premesse si può ipotizzare un ampliamento del 5 o 6% di ettaraggio, ma non di più. Rimane da valutare fino a che punto si può incrementare l’offerta di ciliegie oltre la fine di luglio rispetto alla ricettività del mercato, nel quale entrano dopo quella data altre specie di frutta di stagione e quindi alternative alle ciliegie.

Tra i punti forti delle ciliegie Malinda un ruolo non secondario lo gioca l'avveniristica macchina da selezione e confezionamento allestita alla Cocea di Segno, che permette di lavorare in giornata tutto il prodotto conferito, garantendone così la massima freschezza. Ma non solo, permette di adattarsi con tempestività alle richieste, mutevoli e variegate, della grande distribuzione con confezionamenti fino a 300 grammi di prodotto, impossibili da fare a mano con costi accettabili. «Anche questo ci consente di guardare con fiducia al futuro» - conclude Fedrizzi.













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