Cagnolini uccisi in strada a martellate: si indaga 

Malosco. Avevano ancora in cordone ombelicale. Uno solo si è salvato ed è alla clinica Zoolife dove è stato adottato dalla dalmata Viola. L’associazione Pan-Eppaa: ci costituiremo parte civile



Borgo d’anaunia. Avrebbe (o avrebbero) ammazzato alcuni cuccioli di cane, appena nati, prendendoli a martellate a bordo strada, in pieno giorno. L’episodio, dai contorni aberranti, sarebbe avvenuto la settimana scorsa nella zona di Malosco, frazione di Borgo d’Anaunia, in Alta Val di Non. Una vicenda orribile, sulla quale – per il momento – c’è massimo riserbo. A intervenire e ad aprire le indagini, a seguito di una segnalazione, è stata la Polizia Locale Alta Val di Non, affiancata dal Corpo Forestale di Fondo.

Il comandante della Polizia Locale Diego Marinolli, che abbiamo sentito al telefono, preferisce non rilasciare troppe dichiarazioni sull’accaduto, anche se conferma che ci sono delle indagini in corso. «Si tratta di una vicenda complessa e delicata – racconta il comandante –. Il quadro probatorio è abbastanza chiaro, stiamo lavorando per limare alcuni dettagli e giungere a un’identificazione certa dell’autore o degli autori del gesto».

Da quanto trapelato, il fatto sarebbe avvenuto a lato di una strada di transito poco dopo mezzogiorno, in un luogo e in un orario alquanto insoliti per commettere degli atti assurdi e crudeli come questo, intorno ai quali la sensibilità delle persone è in forte crescita.

Il reato ipotizzato è quello di “uccisione di animali”, per il quale si rischiano fino a due anni di reclusione. L’articolo 544 bis del codice penale recita infatti: “Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni”.

La polizia locale sta indagando con ogni mezzo disponibile, dalle memorie delle telecamere, all’incrocio dei dati, fino alla raccolta di testimonianze, per scoprire se siano stati uccisi, come sembra, e cosa sia realmente successo. Una segnalazione partita da un passante, che aveva ipotizzato un abbandono, ha mosso la stazione forestale di Fondo e la polizia. I cuccioli sarebbero almeno tre di cui è sopravvissuto ed è adesso ricoverato alla Zoolife, la clinica veterinaria a Mezzolombardo, su disposizione del veterinario provinciale intervenuto, e combatte per la vita. «È stato messo nell’incubatrice - spiega il veterinario Roberto Guadagnini della clinica - era talmente piccolo che aveva ancora il cordone ombelicale». Del cucciolo si occupano tutti ma in particolare Viola una splendida dalmata che è diventata la mamma adottiva del nuovo arrivato. La ricostruzione dei fatti, come detto, è coperta dal riserbo istruttorio. La pubblico ministero Maria Colpani sta procedendo alle indagini anche se per ora non c’è un nome sul registro degli indagati. «Il reato ipotizzato – spiega il comandante della Stazione Forestale di Fondo, Erwin Moncher - è quello di “Uccisione di animali”, previsto dall’articolo 544 bis del codice penale .L’articolo citato recita precisamente “Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni». L’associazione animalista Pan-Eppaa, il cui storico presidente Adriano Pellegrini abita in val di Non, giunta a conoscenza dei fatti, annuncia che si costituirà parte civile in un ipotizzabile processo, se le verifiche confermeranno che la morte dei cuccioli è avvenuta in modo cruento. «Abbiamo già dato mandato al nostro avvocato Francesco Saverio Dalba in questo senso, a fronte di questo fatto orribile» spiega addolorato e indignato Pellegrini. Il presidente dell’associazione animalista auspica una pena esemplare per l’uccisore, anche se è possibile che l’imputato patteggi.













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