Asuc Predaia: «Si annulli l’incarico di tesoreria» 

Il servizio contestato. Secondo i comitati di zona l’affidamento a Intesa S. Paolo è illegittimo Il sindaco Forno: «Un dirigente comunale non ha invitato alla gara la banca del territorio»  


Fabrizio Brida


Predaia. Il tesoriere della discordia. A partire dal 1° giugno il servizio di tesoreria del Comune di Predaia è passato da Cassa Centrale delle Casse Rurali a Intesa San Paolo, che si è aggiudicata l’incarico per i prossimi cinque anni (fino alla fine del 2024) a 7 mila euro annui. La cosa, però, non è andata giù alle Asuc di Predaia (Coredo, Smarano, Taio, Segno, Dardine, Tres, Vion, Vervò e Priò) che, in base all’articolo 11 della Legge provinciale numero 6 del 2005, vedono affidato il proprio servizio tesoreria, alle medesime condizioni, al tesoriere del Comune di appartenenza.

Escluse dalla scelta

In altre parole, anche le Asuc di Predaia sono costrette a cambiare e a passare a Intesa San Paolo. Il che ha sollevato alcune perplessità nei vari comitati della zona, a partire dal presupposto che – a detta loro – non sarebbero stati coinvolti nelle operazioni per l’affidamento dell’incarico, per arrivare al fatto che l’istituto bancario con sede legale a Torino non presenta filiali e sportelli sul territorio di Predaia (la filiale più vicina si trova infatti a Cles). I cittadini che dovessero effettuare delle operazioni tramite altre banche, presenti invece in zona, dovrebbero quindi aggiungere anche le commissioni ai pagamenti.

Le difficoltà

“Al momento le Asuc di Predaia hanno grosse difficoltà a seguire la tesoreria scelta dal Comune di Predaia, in quanto non sono state coinvolte nella gara per l’individuazione del Tesoriere Comunale – hanno scritto le Asuc in una lettera indirizzata al Comune –. Inoltre la banca scelta, non essendo presente sul territorio, non garantirebbe un servizio all’ente e ai censiti”. Analizzando la documentazione per l’affidamento, poi, le Asuc avrebbero rilevato dei difetti di legittimità, chiedendo al Comune l’annullamento, in via di autotutela, del provvedimento di aggiudicazione e quindi dell’intera gara. I comitati hanno chiesto inoltre al Servizio Autonomie Locali la modifica dell’articolo 11 della Legge del 2005, considerato “ormai anacronistico”. Modifica che con ogni probabilità sarà apportata, visto che ora il servizio non è più gratuito e non possono essere messe in difficoltà le Asuc imponendo le “medesime condizioni”.

Imbarazzo in municipio

La vicenda ha creato un impiccio, oltre a un certo imbarazzo, anche al sindaco Paolo Forno, che per certi versi prende le distanze rispetto alla modalità in cui è stato gestito l’affidamento del servizio. «Stiamo effettuando gli approfondimenti del caso – spiega Forno –. È successo che per assurdo un dirigente comunale abbia fatto la scelta di non invitare alla seconda gara, dopo che la prima era andata deserta, la banca del territorio (la Cassa Rurale Val di Non, ndr) con la quale stiamo collaborando su diversi fronti. Le motivazioni non le conosciamo, anche perché questo dirigente se n’è andato subito dopo e ora lavora in un altro Comune».

Quando si tratta di gare, servizi tecnici, appalti che coinvolgono imprese o aziende, la parte politica non può infatti entrare nel merito. «Dal punto di vista normativo si tratta di una decisione legittima, non c’è nulla di illegale – precisa Forno – certo è che, pur non avendone alcuna responsabilità, ci siamo trovati in una situazione spiacevole. Non ci saremmo mai sognati di non invitare la banca di riferimento del territorio». Qualcuno, dunque, dovrà fornire delle spiegazioni. «Io rappresento l’ente comunale e mi assumo le responsabilità politiche di ciò che accade – conclude Forno –. Ma qui parliamo di una scelta precisa e pretendo delle risposte da chi ha determinate competenze a livello dirigenziale».













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