Anziani, il ruolo essenziale delle assistenti domiciliari 

Al fianco dei più fragili. Lettera aperta delle operatrici della Val di Sole, che fra paura e speranza  svolgono il loro compito consapevoli del pericolo di non poter stare a distanza di sicurezza dagli utenti


Fabrizio Brida


Val di sole. Al fianco di chi è più fragile, sempre e comunque. Anche in un momento complicato come questo. Soprattutto in un momento complicato come questo.

Nonostante le difficoltà, le operatrici di assistenza domiciliare della Comunità della Val di Sole continuano a garantire un servizio fondamentale in particolare per gli anziani, spesso soli, che hanno bisogno d’aiuto nel curare la propria igiene personale, nel vestirsi o anche solo per alzarsi dal letto.

Queste “eroine” solandre, perché di questo si tratta, hanno racchiuso in una lettera i loro pensieri, insieme alle loro paure e speranze, per far arrivare un messaggio di positività in un periodo in cui ce n’è davvero bisogno.

Solidali

«Prima di tutto diciamo con forza che il nostro pensiero e la nostra solidarietà vanno a tutti i medici, gli infermieri e gli operatori che lavorano da giorni, senza badare all’orario e mettendo a rischio la loro stessa vita, negli ospedali e nelle case di riposo: i ringraziamenti sinceri della società civile non saranno mai sufficienti – si legge nella lettera –. Al loro fianco, assieme alla loro, vogliamo far sentire anche la nostra voce, la voce delle assistenti domiciliari che anche in questo periodo operano sui vari territori fra non poche difficoltà».

A contatto diretto

Per loro operare in un momento in cui ogni contatto diretto è potenzialmente pericoloso non è affatto semplice. «Per noi è impossibile lavorare mantenendo la distanza di sicurezza – spiegano – visto che in pratica i nostri pazienti necessitano di igiene personale a letto o con la doccia, con conseguente vestizione. Attualmente il nostro tipo di servizio è considerato essenziale e non differibile. Per “fortuna” siamo dotate di dispositivi di sicurezza che noi dobbiamo usare seguendo le indicazioni che ci sono state tempestivamente recapitate».

Lo conferma anche Graziella Fedrizzi, operatrice domiciliare della Val di Sole. «La paura maggiore sta proprio nel fatto che non possiamo mantenere la distanza di sicurezza – racconta –. Siamo tutti potenzialmente pericolosi, ma questo è il nostro lavoro. L’augurio è che quando usciremo da questa situazione ci si possa rendere conto di quanto sia delicato, importante e necessario il nostro operato».

C’è tanta paura

E poi ci sono le emozioni... «Tante, forti e intense, che in questo momento dobbiamo gestire in modo molto più equilibrato: la paura di chi non esce mai di casa e non ha familiari, amici o vicini di casa, nemmeno una telefonata per sapere come stai, solo la televisione che in questi casi crea soprattutto panico. Loro aspettano il nostro arrivo per potersi confrontare e cercare di capire un po’ di più».

Le assistenti domiciliari curano anche gli utenti che senza di loro non potrebbero alzarsi dal letto, sono spesso fragili e debilitati. «Gli sguardi si incontrano e leggiamo la paura del virus, della malattia, della sospensione del servizio, nonché degli aiuti che ricevono dalla Provincia. Paura del futuro».

Anche in questo periodo, però, le operatrici ci sono sempre state, dando sostegno e conforto. «Come molti altri seguiamo le indicazioni che ci vengono comunicate dai nostri superiori da un giorno all’altro, da un’ora all’altra, senza fare commenti e senza nessuna obiezione – si legge in conclusione nella lettera –. Perché sappiamo che questo è il nostro lavoro, e richiede impegno costante verso i nostri pazienti, i nostri superiori, la società, ma soprattutto verso noi stessi! Insieme ce la faremo».













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