Acqua irrigua Val di Non «Dove sono i 6 milioni?» 

L’interrogazione del Patt. I consiglieri Rossi, Demagri e Dallapiccola chiedono di conoscere le intenzioni della giunta provinciale circa lo stanziamento finora mai concretizzato


Giacomo Eccher


Val di non. Progetto acqua irrigua in val di Non, quale lo stato dell’arte? Lo chiedono con una interrogazione in Provincia i consiglieri del Patt Ugo Rossi, Paola Demagri e Michele Dallapiccola con riferimento al protocollo d’intesa che Piazza Dante aveva concordato più di un anno fa (nell’agosto 2018) per il progetto “acqua Val di Non” e il finanziamento dell’impianto irriguo “Lagorai” in Bassa Valsugana. «Per il CMF Lagorai si è arrivati a formalizzare un protocollo di utilizzo delle acque che ha coinvolto anche HDE (Hydro Dolomiti Energia, concessionaria di derivazioni idroelettriche in zona, ndr), mentre per quanto riguarda la Val di Non è stato completato il passaggio formale più importante, quello della realizzazione di un grande consorzio irriguo di secondo livello di Valle, unico soggetto con il quale finalmente dialogare e al quale consegnare la responsabilità di accordi e risorse. Fatti che si sono concretizzati anche in uno specifico stanziamento di bilancio.

Il quesito

Ma dei 6 milioni di euro pubblici accantonati dalla precedente Giunta provinciale e dello stato di avanzamento del progetto nulla è stato più fatto trapelare»- scrivono gli interroganti. Da qui il quesito che i tre esponenti autonomisti presentano al presidente della Giunta Maurizio Fugatti e più nello specifico all’assessore all’agricoltura Giulia Zanotelli per sapere quali intenzioni hanno in merito ai due progetti (Lagorai e Val di Non). In particolare per quanto riguarda il progetto “acqua in val di Non” «quali siano le intenzioni di finanziamento degli step realizzativi del progetto e quando sia previsto il ri-finanziamento finalizzato all'apertura di un prossimo bando della misura PSR 433 irrigazione».

«In un mercato difficile – ricordano Rossi, Demagri e Dallapiccola - mantenere la qualità attraverso la pezzatura della frutta e disporre di una risorsa idrica sostenibile per pensare anche a forme importanti di diversificazione colturale, è possibile solo attraverso questo tipo di progettualità e le imprese del territorio hanno il diritto di ricevere pubblica informazione».

Il presidente del Consorzio

Uno stallo che preoccupa anche il presidente del Consorzio Val di Non Ottavio Girardi, perché dei 6 milioni messi sul tavolo dalla precedente Giunta provinciale (assessore Dallapiccola) si sono perse le tracce nel nuovo documento di finanza provinciale. «Il protocollo prevedeva una scaletta con tempi definiti, purtroppo l’anno elettorale con il cambio ci ha fatto perdere tempo ma i problemi per la frutticoltura e il relativo bisogno di acqua restano» - commenta Girardi che in questi giorni è impegnato nella raccolta in campagna in quel di Casez.

Le concessioni

Sullo sfondo il grosso ed annoso problema delle concessioni per alimentare un acquedotto unificato di valle, tema che ruota attorno ad una doppia ipotesi, quello di una mini-diga nel lago di Santa Giustina per garantire acqua irrigua in quota accettabile alle campagne della media e bassa valle, e l’altra, più concreta e fattibile, di una nuova derivazione dal Noce in val di Sole. «L’ipotesi diga nella diga con le norme attuali è di fatto impraticabile e sono c’è la volontà politica per cambiare la legge esistente. Ma la volontà politica serve eccome anche per l’altra ipotesi sulla derivazione dal Noce, e noi aspettiamo risposte» - afferma Girardi. Incontri con i nuovi vertici provinciali ce ne sono stati più d’uno ed una risposta era stata promessa per l’autunno. «Ecco in autunno ci siamo già, vedremo se qualcosa si muoverà davvero» - conclude Girardi. Sullo sfondo rimane anche la direttiva europea del DMV che come soluzione finale imporrebbe a regime il rilascio in alveo di 4,5 lit/sec per kmq, quota che di fatto vanificherebbe molte delle attuali concessioni irrigue in essere.













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