«A scuola i ragazzi con Dsa sono ancora in difficoltà» 

Un problema anche in Val di Non. L’assessore di Cles Cristina Marchesotti e la consigliera provinciale Paola Demagri fanno fronte comune nel chiedere interventi strutturati e sistematici  



Val di non. La scorsa è stata la settimana dedicata alla sensibilizzazione dei disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa), un problema poco considerato ma che coinvolge molte famiglie e la vita di tanti ragazzi nell’età formativa. Un problema serio che merita attenzione e sul quale la consigliera provinciale Paola Demagri e l’assessore di Cles alle politiche sociali e giovanili Cristina Marchesotti, hanno deciso di porre l’accento impegnandosi a divulgare il tema e proporre delle strategie.

I disturbi specifici dell’apprendimento sono dei disturbi del neurosviluppo che si manifestano attraverso difficoltà di lettura, scrittura o di calcolo. Negli ultimi anni la percentuale di giovani certificati è in costante aumento, e a livello nazionale si pensa che siano circa il 5%. In Trentino la situazione è in linea con le statistiche nazionali e alcuni genitori, con l’aiuto di amministratori sensibili al tema, si stanno muovendo per trovare il modo di aiutare i ragazzi nella propria formazione.

Strumenti di aiuto

In Val di Non da qualche anno alcune amministrazioni, guidate da Cles con gli altri Comuni appartenenti al Piano giovani di zona (Ville d’Anaunia, Bresimo, Cis, Livo e Rumo) mettono in campo strumenti di aiuto per i ragazzi e per le loro famiglie. «Molti vengono in Comune per chiedere un sostegno e un aiuto, perché, nonostante vi siano numerosi giovani con disturbi specifici dell’apprendimento, la conoscenza del tema è ancora troppo scarsa» afferma l’assessore Marchesotti, che negli ultimi anni ha attivato a Cles dei progetti per aiutare i ragazzi nell’apprendimento, attraverso il coinvolgimento di esperti della materia. «Il progetto è molto apprezzato, e i miglioramenti dei ragazzi sono entusiasmanti. Tuttavia abbiamo la necessità che questi interventi vengano strutturati in maniera sistematica dentro le scuole».

Da parte dell’assessore un invito anche alle famiglie, che spesso non colgono l’importanza di fare rete e di affrontare prima possibile queste necessità. «I Dsa infatti - sottolinea Marchesotti -possono essere affrontati e controllati, ma dobbiamo fare tutti rete». E poi la Provincia dovrebbe farsi carico del problema, coinvolgendo personale qualificato e adeguatamente formato per seguire i ragazzi nel percorso di studi.

L’impegno della consigliera

Paola Demagri, anche lei clesiana, è entrata in contatto con il mondo dei Dsa e sta mettendo a disposizione la sua esperienza in campo sanitario e sociale. «La situazione dei ragazzi e delle famiglie che si trovano a far fronte ad un caso di Dsa è ancora difficile» – afferma la consigliera. E spiega: «Molto spesso il primo problema che si trovano ad affrontare è di spiegare a professori e compagni cosa significhi Dsa. Sono ancora molti i casi in cui i ragazzi con disturbi di apprendimento sono messi in difficoltà a causa dell’assenza di conoscenza da parte di coetanei o adulti. Da parte mia mi impegnerò affinché in consiglio provinciale arrivino proposte concrete con tempistiche certe».

«Questi ragazzi – aggiunge Marchesotti - hanno potenzialità identiche ai loro coetanei, ma bisogna metterli in condizione di studiare al meglio». «Una possibile soluzione - conclude Demagri - è che la situazione venga presa in carico dai servizi provinciali competenti e sia creata una sinergia fra scuola e progetti sociali. Solo in questo modo il sistema diventerà davvero efficace per permettere a tutti le medesime opportunità di studio». G.E.













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