il caso

Niente estradizione per il nemico di Putin arrestato in Alto Adige

Fermato dalla polizia per un controllo e poi scarcerato perché ha lo status di rifugiato riconosciutogli dalla Lettonia



BOLZANO. La sezione distaccata di Bolzano della Corte di appello di Trento - competente per tutti i procedimenti di estradizione in Trentino Alto Adige - ha scarcerato oggi Alexander Rubtsov, 65 anni, amministratore delegato del colosso aeronautico Ilyushin e considerato uno dei nemici di Putin.

Rubtsov è stato fermato per un controllo della polizia il 27 gennaio in Alto Adige: agli agenti è bastato inserirne il nome nel database per scoprire che il manager era destinatario di un mandato di arresto internazionale emesso dalla Corte Babushkinskiy di Mosca per una presunta truffa sulla gestione di auto aziendali. Accuse rigettate da Rubtsov e dal suo legale italiano, scrive Repubblica.

Tra i motivi che hanno portato alla scarcerazione e quindi alla mancata estradizione - rileva il quotidiano - è che l'uomo "risulta avere lo status di rifugiato riconosciutogli dalla Lettonia ed è in possesso di un titolo di viaggio per rifugiati Lettone… e ha manifestato la volontà di non acconsentire all'estradizione verso la Russia, rappresentando agli operatori procedenti di avere timore per la sua incolumità, così come già riferito nelle sue memoria all'atto di richiedere asilo politico verso la Lettonia". Inoltre, si legge sempre su Repubblica, da "Informazioni informalmente acquisite presso il Ministero della Giustizia, pare consolidarsi un orientamento in capo al Ministero, in caso di mandato di arresto internazionale emesso da una Corte della Federazione Russa, volto a non richiedere il mantenimento di misure coercitive eventualmente applicate, ovvero a richiedere la revoca delle misure in essere".













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