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Lo smart working è prassi per la metà dei provinciali in Alto Adige: 3 mila accordi in 7 mesi

Consentono ai dipendenti di stabilire insieme ai loro dirigenti quanto tempo-lavoro possono prestare da casa



BOLZANO. A sette mesi dalla fine dell'emergenza Covid-19 l'amministrazione provinciale altoatesina traccia un bilancio positivo sull'applicazione del lavoro remoto: oltre 3.000 gli accordi di smart working già stipulati.

Sette mesi fa - il 1° aprile - l'emergenza Covid 19 è terminata. Questo ha segnato l'inizio di una nuova fase per l'amministrazione provinciale e i suoi dipendenti: il cosiddetto smart working post Covid. Questo modello si basa su accordi individuali tra amministrazione e personale ed è pensato per adattarsi alle esigenze di entrambe le parti: all'inizio di novembre, più di 3.000 dipendenti avevano firmato i relativi accordi di smart working, ovvero – calcolando l’amministrazione provinciale e quella scolastica congiuntamente - più della metà dei dipendenti provinciali. I dati sono stati raccolti grazie a un database digitale costantemente aggiornato.

La Provincia è stata una delle prime amministrazioni in Italia ad adottare questo modello di lavoro flessibile, che si basa su obiettivi e risultati concreti e viene concordato individualmente tra i dipendenti e i loro dirigenti. L'amministrazione ha in questo modo dato applicazione al contratto collettivo siglato il 3 dicembre 2020 con le organizzazioni sindacali.

Per il direttore generale Alexander Steiner, questi dati dimostrano «il successo di un modello ora applicato su larga scala, del quale come amministrazione abbiamo voluto sfruttare fin dall'inizio le potenzialità, sperimentate durante gli anni della pandemia. Eravamo convinti delle reali possibilità fin dall'inizio e quindi abbiamo spinto per la firma di questo contratto ad hoc». È stato così possibile introdurre un modello flessibile, spiega: «Il fulcro è l'accordo individuale e quindi personalizzato: tra le altre cose ciò consente ai dipendenti di stabilire insieme ai loro dirigenti quanto tempo-lavoro possono prestare da casa. Ciò ci permette di soddisfare le esigenze non solo dei dipendenti, ma anche delle singole unità amministrative e dei servizi che offrono». Infatti, «la Provincia è una struttura molto variegata anche in questo senso e il nostro obiettivo principale è e resta quello di offrire a cittadini e imprese servizi i più efficienti possibili».

In questo modo, il modello di smart working risulta direttamente collegato ai risultati dei servizi provinciali e alla modernizzazione dell'amministrazione e dei suoi servizi. Ragionando in quest’ottica, già nella fase pandemica, parallelamente all'introduzione del lavoro agile e anche grazie a queste nuove condizioni di lavoro, la Provincia ha puntato sempre più sulla digitalizzazione dei servizi.

Esemplari in questo senso sono gli Aiuti Covid 2020 e 2021: gestiti tramite una piattaforma online dedicata e completamente automatizzata. «Mettere i cittadini al centro dell'innovazione dei servizi e dei processi amministrativi: questo è stato il nostro motto quando abbiamo introdotto lo smart working e rimane tale per il suo sviluppo futuro», conclude Steiner. DA.PA

 













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