IL FENOMENO

Lavoro, in Trentino 7 morti e 8.301 denunce di infortuni in un anno

La Cgil: i dati del 2018 sono in linea con quelli dell'anno precedente. I settori più critici sono l'industria e i servizi. Faggioni: "Investire sempre di più nella formazione per la sicurezza sul lavoro e nella prevenzione"



TRENTO. Sette morti sul lavoro nel 2018 in Trentino, stesso numero dell'anno precedente. «Il fenomeno si mantiene stabile e conferma comunque la necessità di continuare ad investire nella formazione per la sicurezza sul lavoro e nella prevenzione. Ci sono settori più a rischio che richiedono una maggiore concentrazione di sforzi», commenta Manuela Faggioni, della segreteria della Cgil del Trentino, che ha diffuso i dati.

Anche gli infortuni sul lavoro si mantengono costanti: nel 2018 l'Inail ha infatti contabilizzato 8.301 denunce di infortuni rispetto alle 8.874 dell'anno precedente. Il calo apparente delle denunce è frutto di una pulizia del dato relativo agli studenti, che pesa per circa 500 casi.

Per quanto riguarda i settori il numero di denunce si mantiene costante nell'industria e nei servizi con 6.267 infortuni nel 2018, mentre l'agricoltura cresce (860 casi nel 2018, circa 100 in più rispetto all'anno precedente).

L'incremento è legato al fatto che nel 2017, a causa della crisi dell'ortofrutta, c'è stato un calo di ore lavorate e dunque di manodopera impiegata. «In questo momento guardiamo con particolare preoccupazione al settore forestale, da sempre uno di quelli maggiormente critici e che nei prossimi mesi, per l'incremento di manodopera legata al ripristino delle condizioni dei boschi trentini dopo il maltempo dell'ottobre scorso, dovrà ricevere un'attenzione particolare. Le persone che andranno a lavorare sul territorio dovranno ricevere una formazione specifica, necessaria per ridurre al minimo i rischio di infortuni», commenta Faggioni.













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