Vignette da tutto il mondo per i 45 anni degli Speleo 

Il concorso diventa internazionale. Il Gruppo di Lavis rilancia una delle iniziative di maggior  successo degli anni ‘90. All’epoca avevano partecipato artisti del calibro di Giannelli e Tubino


DANIELE ERLER


Lavis. Dopo 23 anni di assenza torna il grande concorso delle Speleovignette a Lavis. È un’iniziativa ideata nel 1989 e ripetuta poi per sette edizioni, sempre con grande successo. Ai tempi parteciparono artisti da tutta Italia, con nomi del calibro di Emilio Giannelli – vignettista del Corriere della Sera – e Antonio Tubino della Settimana Enigmistica, ma sono solo due esempi fra i tanti.

Il compito richiesto ai concorrenti era sempre lo stesso: interpretare con creatività e umorismo quello che succede nelle grotte, per raccontarlo agli altri: «Per quelli che definiamo “del mondo di fuori” e che spesso non sanno quello che facciamo».

Il ritorno

In occasione dei 45 anni del Gruppo speleologico di Lavis, il concorso torna quest’anno e diventa per la prima volta internazionale. «Abbiamo inviato il bando a 850 vignettisti in tutto il mondo e sono già arrivate le prime risposte», spiega Enzo Marcon, da sempre fra le anime del gruppo.

Le vignette saranno raccolte fino al 31 luglio, ci sarà anche un premio speciale per chi disegnerà il logo dei 45 anni. Possono partecipare artisti italiani e stranieri maggiorenni. A novembre le opere saranno esposte in una mostra in paese, insieme ad alcune vignette del passato.

Il tema scelto per questa edizione è: “A testa in giù, inseguendo l’acqua nel buio”. È già stata fissata anche la data della premiazione, che si terrà il 9 novembre. Non è una data casuale ma il 9 novembre di 45 anni esatti dopo la fondazione degli Speleo di Lavis.

Professionisti e amatori

Giovanni Moser, l’attuale presidente degli Speleo, ha 23 anni: era nato da pochi giorni quando a Lavis furono esposte le ultime Speleovignette. «La giuria sarà composta in parte dai rappresentanti dello studio d’arte Andromeda di Trento e in parte da speleologi – spiega –. È importante questa commistione, perché andrà premiata la tecnica, ma anche la capacità di raccontare con ironia il nostro mondo».

Quando c’era solo la posta

Da sempre il concorso è aperto sia ai professionisti sia agli amatori. «Allora era molto complicato, perché si faceva tutto via posta: ci arrivavano queste grosse buste – ricorda Marcon con un sorriso –. Nel tempo abbiamo accumulato un patrimonio: abbiamo un centinaio di vignette umoristiche, firmate da autori noti, da amatori o da speleologi talentuosi nel disegno. Ora è tutto più semplice: non ci inviano più l’originale ma il file. Così abbiamo allargato i confini e aperto il concorso al mondo».

Ricambio generazionale

Non tutte le associazioni di paese arrivano a tagliare il traguardo dei 45 anni. Il gruppo Speleo lavisano ha anche la particolarità di essere riuscito nel tempo a garantire il ricambio generazionale. Alessandro Caldini, uno dei membri storici, spiega che uno dei segreti è riuscire a portare attività molto diverse. Dalle esplorazioni nelle grotte alla solidarietà. Dai pranzi in compagnia alle speleovignette. I soci attivi, quelli che vanno in grotta almeno un paio di volte all’anno, sono una trentina. Ma, allargando il giro, le persone coinvolte sono un’ottantina, di tutte le età: «Anche il nostro direttivo è misto – spiega Giovanni Moser – è bello che ci siano generazioni diverse». Unite dall’amore per gli Speleo.

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